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Il cinema e il tema del rovesciamento


Il cinema ha sempre sfruttato i significati degli oggetti; nel quinquennio in esame gli oggetti hanno assunto rilevanza sempre maggiore dovuta alla diffusione del consumismo.
L’oggetto si offre come un grande sistema indiziario da interpretare, sono indizi culturali il cui valore è interpretato socialmente.
Tra il 65 ed il 69 gli oggetti rappresentati sono gli ordinari quotidiani, souvenir dozzinali, paccottiglia, ma anche i simboli del lusso, automobili, gioielli.. E’ peculiare il fatto che gli oggetti sembrino subire una “sublimazione dell’utensilità”, ovvero la funzione strumentale è subordinata rispetto all’apparenza estetica, ogni oggetto diventa desiderabile attraverso un processo di miglioramento del suo aspetto esteriore. Tanto che spesso perdono la loro funzione e diventano ornamentali (gli utensili dell’agricoltura che sono appesi ai muri della  festa in città de I pugni in tasca, l’elica appesa alle pareti di Blow up).
Ma è da sottolinearsi la quantità delle cose; gli oggetti saturano l’ambiente, sia negli spazi domestici--> poster, soprammobili, fotografia.. sia negli esterni urbani--> macchine, cartelloni pubblicitari, vetrine…
Si pensi alla residenza materna de i pugni in tasca, piena di riviste, vecchi mobili…
Gli oggetti non sono più totalmente rappresentativi, se non rimandano chiaramente il disorientamento cognitivo prodotto dalle trasformazioni in atto nel paese. Si accostano in maniera stridente vecchio e nuovo, e l’utile diventa ornamentale.

Il rovesciamento dell’uso delle cose è uno dei segni più evidenti della modernità.
Lo notiamo particolarmente anche in "Dillinger è morto" di Ferreri.
Rimane comunque presenta una galleria di oggetti rappresentativi:
Automobile--> quasi sempre una spider, simbolo del potere, del lusso e della magia tecnologica.
Tecnologie della comunicazione--> appartengono ormai all’ambiente domestico in particolare la televisione diviene il simbolo della solitudine e del vuoto dell’umanità.
Tecnologie riproduttive--> macchine fotografiche, registratori, magnetofoni anticipano un’ossessione riproduttiva che colpirà maggiormente negli anni successivi.
Giradischi--> oggetto feticcio per eccellenza, è oggetto della musica intesa come terreno di aggregazione giovanile e identità generazionale. Troviamo anche juke box molto presenti.

Le cose traducono il senso del mondo e costituiscono i supporto delle nostre azioni, si assiste spesso a oggetti che attraverso un processo di appropriazione diventano inscindibili dal personaggio e concorrono alla definizione della sua identità.
Esemplare il caso della protagonista di Io la conoscevo bene che prima di suicidarsi si congeda dalle sue cose come una cerimonia di addio. Le cose che fino a poco prima hanno concorso alla definizione di lei rimangono lì, inanimate e spogliate di tutto il loro simbolismo.

Tratto da IL CINEMA ITALIANO TRA GLI ANNI '60 E '70 di Asia Marta Muci
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