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Il regime delle impugnazioni


Il problema del regime cui assoggettare l’ordinanza illegittima è problema ineludibile.
Esso si pone sia in caso di violazione di legge processuale sia in caso di violazione di legge sostanziale.
I caratteri strutturali e funzionali propri del procedimento per convalida giocano tutti nel senso di dare al problema una soluzione idonea ad assicurare l’immutabilità della statuizione finale: cioè giocano nel senso di scartare soluzioni che, incasellando l’illegittimità dell’ordinanza nella categoria dell’inesistenza, non siano in grado di assicurare l’immutabilità della statuizione tramite l’operatività del principio generalissimo della conversione dei motivi di nullità del procedimento finale del processo in motivi di impugnazione.
In questo contesto la soluzione giurisprudenziale secondo cui, sulla base del cosiddetto principio di prevalenza della sostanza sulla forma di, l’ordinanza illegittima avrebbe contenuto di sentenza e sarebbe quindi appellabile, appare indubbiamente come “opportuna”, ancorché mi sembra non riesca a superare l’obiezione del come sia possibile ritenere appellabile un provvedimento avente la forma dell’ordinanza qualificata implicitamente dalla legge come non impugnabile.

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