Skip to content

Scuola neomarxista


L’ottimismo liberale sul ruolo del libero commercio viene aspramente criticato dalla scuola neomarxista, per la quale i fattori economici sono importanti quanto per la scuola liberale ma che si trova in disaccordo riguardo agli effetti dell’interdipendenza. Per i neomarxisti il mercato non porta a una maggior ricchezza complessiva ma all’inevitabile sfruttamento delle classi meno privilegiate che basano il loro sostentamento sul proprio lavoro, da parte delle classi che detengono i capitali. La modernizzazione crea solo nuove occasioni di oppressione dei pochi sui molti. Ne consegue un ineludibile conflitto che può essere risolto solo con una rivoluzione che collettivizzi i mezzi di produzione e alteri radicalmente il corso della storia.
A livello internazionale, l’apertura commerciale comporta l’estrazione di risorse dall’economia meno ricca da parte di quella più avanzata aumentando la disuguaglianza globale. Non sarebbe corretto utilizzare il termine interdipendenza ma bisognerebbe considerare l’indipendenza e la dipendenza.
Wallerstein descrive un sistema-mondo strettamente integrato dalla divisione internazionale del lavoro e suddiviso in 3 aree poste in ordine gerarchico: il centro, avanzato e industrializzato; la semiperiferia, in via di sviluppo; la periferia, arretrata e strutturata dalle altre due zone. I paesi che appartengono a queste categorie possono cambiare ma non il fatto che esistano questi livelli diversi di sfruttamento e dipendenza, in quanto la ricchezza del centro poggia in gran parte sull’arretratezza della periferia.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Filippo Amelotti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.