Sistemi di partiti: modelli bipartitici e multipartitici
La prima delle 10 variabili che caratterizzano la contrapposizione maggioritario-consensuale risiede nella differenza tra governi monopartitici e ampie coalizioni multipartitiche. È la più importante differenza tra i due modelli perché sancisce la distinzione netta tra l’idea di concentrazione del potere e quella di condivisione del potere.
La differenza tra governi monopartitici e governi a coalizioni multipartitica dipende dalle modalità con le quali i partiti si definiscono all’interno del sistema politico.
Anche il tipo di sistema partitico rappresenta una componente forte della dimensione esecutivi-partiti.
I sistemi bipartitici denotano il modello maggioritario di democrazia mentre quelli multipartitici sono affini al modello consensuale. Il primo beneficio del modello bipartitico sta nel fatto che esso offre agli elettori una scelta chiara tra due gruppi alternativi. Secondariamente comporterebbe una benefica influenza in termini di moderazione degli attori politici essendo i due partiti protagonisti costretti a competere per conquistare il voto degli elettori al centro dello spettro politico e quindi a rendere moderate e centriste le proprie politiche. Questo meccanismo è forte soprattutto quando un ampio numero di elettori è effettivamente collocato nell’area centrale dello spettro politico. Se i programmi dei due partiti sono vicini al centro dello spettro politico, risulteranno molto simili e quindi invece di offrire agli elettori una scelta alternativa ricca di significato, suoneranno ognuno l’eco dell’altro.
I sistemi bipartitici sono spesso invocati per un importante vantaggio indiretto: sono necessari per formare governi di tipo monopartitico, ritenuti più stabili e capaci di prendere decisioni più efficaci. Lowell dice che i governi di coalizione sono poco duraturi e deboli al confronto con i gruppi monopartitici perché più ampio è il numero di gruppi discordanti che formano la maggioranza, più difficile la possibilità di accontentarli tutti e quindi più esitante e instabile la posizione di governo. Un potere concentrato può significare una capacità decisionale superiore.
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Autore:
Filippo Amelotti
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- Università: Università degli studi di Genova
- Facoltà: Scienze Politiche
- Esame: Le Democrazie contemporanee
- Docente: G.Cama
- Titolo del libro: Le Democrazie contemporanee
- Autore del libro: A. Lijphart
- Editore: Il mulino
- Anno pubblicazione: 2001
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