Punti di forza della strategia alto rischio
– intervento deve essere adattato all’individuo (attualmente il tipo di indagine epidemiologico più come è caso-controllo (scopo è scoprire le differenze tra sani e malati) . stabilire i fattori di rischio e cause delle malattie può permettere di accordare l’azione ai bisogni o problemi particolari dell’individuo.
– Evita l’interferenza con color che non sono particolarmente a rischio: la maggioranza delle malattie coinvolge una minoranza perciò la maggioranza delle perone non deve essere turbata da misure preventive, non è senato sollecitare un’azione preventiva su chi ha poche prospettive di beneficio
– Si adatta facilmente all’ethos e organizzazione delle cure mediche: accettazione da parte dei clinici di una responsabilità preventiva apporta grandi vantaggi (fa da tramite tra servizi clinici – sanità pubblica)
– Offre un uso delle risorse economicamente efficiente: le risorse della medicina non possono estendersi fino a fornire cure preventive personali a lungo termine per ciascuno (sistema di razionamento che dovrebbe dare la precedenza a chi ha la massima probabilità di trarne un beneficio o a chi il beneficio sarà massimo)
– La selettività migliora il rapporto il rapporto beneficio – rischio: ogni intervento comporta dei costi e una possibilità di avere effetti negativi, se costi e rischi sono più o meno uguali per tutti, il rapporto benefici/costi sarà più favorevole dove i benefici sono maggiori; necessità di una selettività nell’impegno a ungo termine di farmacia scopo preventivo; l’uso a lungo termine di farmaci nella prevenzione è giustificato solo all’interno di un gruppo ad alto rischio.
Punti di debolezza della strategia alto rischio:
– La prevenzione medicalizza: può etichettare come malati soggetti prima considerati normali (per es. Trauma mentale)
– Il successo è solo palliativo e temporaneo: la strategia dell’alto rischio cerca di aiutare soggetti particolarmente esposti a cause esterne. Approccio che non cerca di alterare le situazioni che determina l’esposizione o attaccare le ragioni intrinseche del problema di salute, offre semplicemente una protezione ai soggetti più vulnerabili rispetto agli effetti di una situazione rischiosa; strategia che può salvare vite umane tra le persone coinvolte ma esisteranno sempre individui vulnerabili (le conquiste di questa strategia sono limitate alle persone coinvolte)
– La strategia comportamentale è inadeguata: comportamenti come fumo, alimentazione, sessualità sono vincolati alle norme della nostra società (se si cerca di modificarli rischio di attirare giudizi negativi)
– È limitata da scarsa capacità di prevedere il futuro degli individui: alla capacità di stimare il rischio medio in un gruppo non corrisponde la capacità di predire quali siano gli individui che presto si ammaleranno
– Problemi di fattibilità e costi: una politica sanitaria non può essere determinata correttamente finché non si sono date delle risposte quantitative a queste domande: efficacia/sicurezza dell’intervento; accettabilità e frequenza della risposta allo screening; grado di adesione all’intervento; costi globali per servizi medici e partecipanti
– Contributo al controllo globale di una malattia può essere spiacevolmente piccolo; questo approccio non può costituire da solo una riposta al problema di sanità pubblica
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Dettagli appunto:
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Autore:
Antonella Bastone
[Visita la sua tesi: "L’anoressia mentale in adolescenza: analisi multidimensionale dell'autostima"]
[Visita la sua tesi: "Corpo, modelli estetici e disturbi del comportamento alimentare. Un’interpretazione socioculturale."]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Epidemiologia ed educazione sanitaria
- Docente: Patrizia Lemma
- Titolo del libro: Le strategie della medicina preventiva
- Autore del libro: Geoffrey Rose
- Editore: Roma editore
- Anno pubblicazione: 2002
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