Il Quattrocento artistico a Firenze
Varcata la soglia del Quattrocento, l’attenzione non è più tutta rivolta alla pittura. Infatti, grazie a Brunelleschi e Donatello, l’interesse si estende verso l’architettura e la scultura.
Si costruì un nuovo schema interpretativo, di più approfondito impianto umanistico e di largo disegno, grazie a cui la vicenda dell’architettura era stata restaurata al pari della bellezza degli antichi, presso cui aveva toccato i più alti vertici.
Inoltre, l’Italia cominciò ad essere individuata nel suo complesso. Le convinzioni che unificavano gli artisti italiani erano una riscoperta dell’antichità e che i cristiani delle origini furono responsabili, quanto i barbari, nella distruzione di capolavori antichi e nella conseguente perdita del buon gusto. Un’altra concezione unificante fu che l’arte dovesse collegarsi alla scienza, in particolare con la matematica. La stessa attività artistica si trasformò in scientifica. L’applicazione a tutte le arti del teorema prospettico come metodo razionale per la costruzione della forma; la dottrina connessa di un’organizzazione sistematica del visibile in base alla commesuratio (Piero della Francesca), cioè in base alla proporzione come armonia, che si ricercava sia nella misurazione del corpo umano sia in quella di monumenti, furono altri punti di consenso generale.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gabriella Galbiati
[Visita la sua tesi: "Logica del tempo in Guglielmo di Ockham e Arthur Norman Prior"]
- Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
- Facoltà: Conservazione dei Beni Culturali
- Esame: Storia dell'arte moderna
- Docente: Prof. Calì
- Titolo del libro: La coscienza storica dell'arte
- Autore del libro: Ferdinando Bologna
- Editore: UTET
- Anno pubblicazione: 1982
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