Cimabue e Giotto a Firenze
Un documento del 1272 ci fornisce la notizia che in quell’anno Cimabue si trovasse a Roma ed individua l’artista come pittore di Firenze. Maggior rilievo ha il fatto che Giotto firmasse le sue opere, come la tavole delle Stimmate per la Chiesa francescana di Pisa, con il suo nome e la sua provenienza fiorentina. Ciò solo per le opere eseguite fuori da Firenze, quelle per la città, come il polittico per la cappella Baroncelli in Santa Croce, non viene specificata la provenienza. Quindi le specificazioni adottate fuori Firenze, erano effettuate per affermare un principio di individuazione e di differenziazione nazionale. Giotto era consapevole di appartenere ad una cultura pittorica della Nazione Fiorentina, anche se egli non era nato a Firenze ma diventa fiorentino e si fa capostipite di una tradizione pittorica trasmessagli da Taddeo Gaddi. Ovviamente non mancano segni di coscienze locali diverse, come Giovanni da Milano che lavora Firenze e che, come di Giotto, vuol dichiarare fuori di casa il suo marchio di origine.
Anche, d’oltralpe, gli artisti volevano essere identificati ed erano identificati in base alla loro città d’origine.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gabriella Galbiati
[Visita la sua tesi: "Logica del tempo in Guglielmo di Ockham e Arthur Norman Prior"]
- Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
- Facoltà: Conservazione dei Beni Culturali
- Esame: Storia dell'arte moderna
- Docente: Prof. Calì
- Titolo del libro: La coscienza storica dell'arte
- Autore del libro: Ferdinando Bologna
- Editore: UTET
- Anno pubblicazione: 1982
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