Alcuni ostacoli allo sviluppo della cooperazione
1. egocentrismo: per Piaget è un atteggiamento intellettuale e non morale/affettivo; il bambino piccolo confonde il suo punto di vista con quello altrui, non immagina che possano esistere prospettive diverse dalla sua, è incapace di porsi con il pensiero al posto dell’altro e resta attaccato al proprio. È un atteggiamento inconscio perchè è convinto di agire e pensare come tutti gli altri, crede di collaborare ma in realtà persegue un’attività individuale = stato di confusione che rende impossibile una vera cooperazione, anche se insieme non formano un vero gruppo, ma un insieme di unità autonome (la collaborazione comporta il reciproco coordinamento di azioni). Per es. giochi sociali (regolati da norme): per i bimbi di 5-6 anni la regola non ha carattere obbligatorio, ognuno gioca per conto proprio e per piacere proprio applicando le regole a proprio piacimento (il fine del gioco non è sociale ma individuale); per es. attendere il proprio turno è difficile perchè giudicano solo in funzione della situazione presente.
2. eteronomia: nei bambini piccoli c’è un rispetto mistico e formale della regola, crede che le regole nascano da qualche misterioso personaggio ed è impossibile modificarle, anche se nella pratica non sono rispettate. Atteggiamento eteronomo perchè la regola non appartiene alla sua coscienza, non è interiorizzata. L’eteronomia è il prodotto dell’imposizione adulta (il prestigio e l’autorità di cui gode l’adulto danno carattere di legge a regole e i bambini vi si sottomettono perchè emanate da persone per cui provano rispetto) più realismo morale (mancata presa in considerazione delle intenzioni che motivano la condotta), non c’è ancora la possibilità di parlare di coscienza morale o autonomia. È il periodo in cui si struttura il super-io (è sorretto dal realismo morale ed eteronomia e sottomissione cieca a norme, esso è una delle 2 origini della vita morale perchè la sua influenza si esercita anche dopo l’apparizione della coscienza, la quale compare nella terza infanzia e adolescenza come autonoma e funzionante secondo le norme logiche del pensiero adulto e legate liberamente da autentici valori spirituali). Nei bambini di 10 anni: atteggiamento razionale e realistico con scrupolosa applicazione della regola (autonomia), è l’applicazione della regola che è inviolabile, non tanto il contenuto in sé; l’origine delle regole non è l’adulto, ma nascono dall’accordo tra bambini, sono suscettibili di revisione e trasformazione purché ci sia accordo tra giocatori; il rispetto per regola non è più legato alla persona che l’ha data, ma è interiorizzata e il bambino la segue perchè ne ha scoperto il valore e significato.
3. instabilità del carattere infantile: impeto, impulsività, eccitazione, nella gioia e nella collera le reazioni del bambino sono estreme, perchè non padroneggia ancora le sue emozioni e motricità; il gioco di gruppo si disorganizza facilmente. Nonostante ciò esistono delle forze centripete, i capigruppo (già verso i 5 anni sanno imporsi e riunire attorno a sé un certo n. di compagni), sono autorità effimere, dispotiche, finalizzate a soddisfazione personale. Pi tra 7-10 anni questo ruolo si precisa: il gruppo si organizza attorno a qualche personalità più forte la cui autorità è più efficace perchè attenta all’interesse di tutti e coesione.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Antonella Bastone
[Visita la sua tesi: "L’anoressia mentale in adolescenza: analisi multidimensionale dell'autostima"]
[Visita la sua tesi: "Corpo, modelli estetici e disturbi del comportamento alimentare. Un’interpretazione socioculturale."]
- Università: Università degli Studi di Torino
- Facoltà: Scienze della Formazione
- Esame: Igiene mentale
- Docente: Chiara Marocco Muttini
- Titolo del libro: Lo sviluppo sociale del bambino e dell’adolescente
- Autore del libro: Reymond-Rivier
- Editore: La nuova Italia
- Anno pubblicazione: 1970
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