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Biologia e patologia dello sviluppo e dell'accrescimento:
In questi appunti universitari di Biologia e Patologia dello Sviluppo e dell'Accrescimento scoprirai le fasi cruciali dello sviluppo fetale e postnatale, l'importanza della diagnosi precoce e le terapie innovative per le malattie genetiche.
Gli appunti offrono una panoramica esauriente delle tappe fondamentali dello sviluppo umano, dall'embrione all'adolescenza. Esplora l'essenziale ruolo dell'auxologia nella valutazione della crescita pediatrica e come parametri quali lunghezza/altezza, peso, circonferenza cranica e BMI siano indicatori chiave dello stato di salute durante le visite pediatriche.
Innovazione nelle Terapie Genetiche
Approfondisci le ultime ricerche e trial clinici che stanno plasmando il futuro delle cure per malattie metaboliche ereditarie, come la terapia genica per la mucopolisaccaridosi di tipo VI. Scopri come lo screening neonatale possa rivoluzionare la diagnosi precoce, mitigando l'impatto sociale ed economico delle patologie non diagnosticate.
Criteri di Inclusione nei Trial Clinici
Impara l'importanza di criteri specifici per l'inclusione ed esclusione dei pazienti nei trial clinici e i progressi compiuti nella terapia genica per condizioni come l'emofilia A.
In conclusione, gli appunti forniscono un'analisi approfondita dell'importanza della diagnosi precoce e delle terapie innovative, enfatizzando il loro ruolo cruciale nella biologia e patologia dello sviluppo e dell'accrescimento.
Dettagli appunto:
- Autore: Susanna De Luca
- Università: Università degli Studi di Napoli
- Facoltà: Scienze Biotecnologiche
- Corso: Biotecnologie
- Esame: Biologia e patologia dello sviluppo e dell'accrescimento
- Docente: Nicola Brunetti Pierri
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BIOLOGIA E PATOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL'ACCRESCIMENTO Appunti di Susanna De Luca Università degli Studi di Napoli Federico II Facoltà: Scienze Biotecnologiche Corso di Laurea in Biotecnologie per la Salute Esame: Biologia e patologia dello sviluppo e dell'accrescimento Docente: Prof. Nicola Brunetti Pierri A.A. 2021/2022 T e s i o n l i n e A P P U N T I T e s i o n l i n eBIOLOGIA E PATOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL’ACCRESCIMENTO SCREENING NEONATALI CARATTERISTICHE GENERALI Definizione: applicazione sistematica di test per indentificare precocemente malattie. Strumento di prevenzione secondaria che consente la diagnosi di malattia in fase pre-sintomatica. Il test di screening NON è di per sé diagnostico ma ha il solo scopo di individuare i casi sospetti in cui poi sarà necessario confermare la diagnosi. Obiettivi: • Identificazione precoce e rapida di malattie severe e curabili (Spesso parliamo di malattie rare, ovvero con frequenza di 5/10000 secondo la definizione dell’UE): devono essere severe perché si devono giustificare i costi; poi deve essere curabile: se diagnostichiamo qualcosa ma poi non sappiamo curarla questo non ha senso. Con le nuove metodiche che cercano 40 malattie su una goccia di sangue, arriviamo a diagnosticare solo una ventina di malattie curabili: quindi poi ci ritroviamo con pazienti diagnosticati e dobbiamo dire ai genitori della malattia del figlio e che non c’è nessuna cura; • Riduzione dei costi umani ed economici per le famiglie e la società: Lo screening viene fatto nella popolazione su tutti i bambini nati e questo logicamente richiede costi e strutture. Un sistema sanitario come il nostro basato su un’assistenza sanitaria statale ha bisogno che il costo sia ben giustificato. Per questo tradizionalmente i criteri degli screening erano molto più rigidi e richiedevano uno studio dettagliato della relazione tra costi e benefici; • Ridurre mortalità, morbilità e disabilità. PREVENZIONE L’attività di screening si ricollega a quella di prevenzione, con la quale si intende l’insieme di attività, azioni ed interventi attuati con il fine prioritario di promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di malattie. PREVENZIONE PRIMARIA Campo d’azione sul soggetto sano. Esempi: Vaccino, prevenzione tabagismo. Obiettivi: - Mantenere le condizioni di benessere e di evitare comparsa di malattie. - Ridurre la probabilità di un evento avverso non desiderato (riduzione del rischio). PREVENZIONE SECONDARIA - Interviene su soggetti già ammalati, anche se in uno stadio iniziale. - Diagnosi precoce di malattie, in fase asintomatica. - Obiettivo di ottenere la guarigione o comunque limitarne la progressione. PREVENZIONE TERZIARIA - Azioni volte al controllo e contenimento dei esiti più complessi di una patologia. - Accurato controllo clinico-terapeutico di malattie croniche o irreversibili, per evitare o limitare la comparsa di complicazioni tardive e di esiti invalidanti. Ad esempio: un bambino con una paralisi cerebrale infantile, sta su una sedia a rotelle, ha una mobilità ridotta e vogliamo evitare che la colonna vertebrale subisca alterazioni. È totalmente diverso dagli esami che si richiedono quando si ha una precisa indicazione clinica (sintomo o segno). 1SCREENING DI POPOLAZIONE Quali sono i requisiti per i quali una malattia possa essere soggetta a screening? I criteri tradizionali, chiamati anche criteri di Wilson e Jugner sono criteri utili a stabilire se è opportuno fare uno screening di popolazione, non solo quello neonatale: Principi e pratica dello screening di una malattia: 1. È disponibile una terapia efficace; 2. Deve essere disponibile un adeguato test o esame diagnostico, valido e validato; 3. Trattamento precoce prima dell’esordio della malattia riduce/elimina la malattia; 4. La malattia ha un intervallo libero da sintomi (fase pre-sintomatica); 5. Il costo per l’identificazione dei casi di malattia deve essere giustificato economicamente; 6. Deve essere adeguatamente compresa la storia naturale della malattia, incluso il passaggio dalla fase latente a quella delle manifestazioni cliniche conclamate. Perché è importante? Perché se la malattia si vede da subito è inutile fare lo screening: se la malattia si manifestasse alla nascita potrebbe bastare la sola clinica a diagnosticarla. Fenilchetonuria e ipotiroidismo congenito sono dei classici esempi di questo in quanto non danno segno di sé alla nascita. TEST DI SCREENING SENSIBILITÀ: un test con alta sensibilità ha pochi falsi negativi SPECIFICITÀ: un test con alta specificità ha pochi falsi positivi VALORE PREDITTIVO POSITIVO % di pazienti positivi al test che sono affetti PPV= TP/TP+FP VALORE PREDITTIVO NEGATIVO % di pazienti negativi al test che non hanno la malattia NPV = TN/TN+FN Il test di screening deve avere sufficiente sensibilità e specificità. Il test è sensibile se ha pochi falsi negativi ma il rischio può essere quello dei falsi positivi: il test “vede” più di quanto dovrebbe. Il test quindi sarà specifico se ha pochi falsi positivi. Quale sarà meglio, un test con alta specificità o sensibilità? Il test ideale è quello che ha alta sensibilità perché vogliamo prendere tutti. Allo stesso tempo però deve essere specifico ed avere valore predittivo. Se non ha queste caratteristiche il test non è idoneo per lo screening. Se per esempio trova troppi falsi positivi allora questo aumenterà il carico assistenziale che grava sulle spese dello stato perché tutti i positivi devono essere richiamati per confermare il risultato del test: il risultato può essere anche legato ad un’alterazione transitoria! Da quando è stato introdotto lo screening allargato, abbiamo una quantità enorme di bambini che risultano positivi al test ma che sono in realtà dei falsi positivi e comunque bisogna seguirli fin quando siamo sicuri che non abbiano nulla. Per essere sicuri che non abbiano nulla bisogna fare il test genetico. Il test genetico non ci dà la sicurezza al 100%, perché analizza le sequenze esoniche codificanti, per cui se c’è una mutazione intronica potremmo pure non vederla. Allora il bambino si segue nel tempo. Ovviamente non esiste il test ideale. Qualsiasi test ha a che fare con falsi positivi e negativi. In genere i risultati di un test si distribuiscono lungo una gaussiana gli affetti e I soggetti normali si distribuiscono su due curve e se il test è buono il grado di sovrapposizione sarà minimo. Se le due curve sono molto vicine e l’area di intersezione è maggiore allora il test è meno buono. Obiettivo, quindi, è avere un test che abbia due curve ben separate. Lo screening in quanto tale non da una diagnosi. La diagnosi viene fatta con un test differente da quello utilizzato per lo screening. 2CUT-OFF Fatto ciò, si stabiliscono dei cut off, dei valori cioè che ci dicono se soggetto è positivo e negativo. È logico infatti che, a seconda di come si scelgono, i cut off cambiano sensibilità e specificità Se lo mettiamo troppo spostato verso i valori alti del patologico, il rischio è quello dei falsi negativi; se lo spostiamo troppo verso i valori normali, rischiamo di avere una quantità enorme di falsi positivi e non reggere all’ urto di tutti questi pz che vengono richiamati. In generale, comunque conviene spostare il cut off verso valori bassi cosi da includere tutti i pazienti che poi hanno bisogno di essere curati. • I cut off dello screening sono diversi da quelli dei test diagnostici. Nel caso dei test diagnostici possiamo scegliere un cut off che porti più falsi positivi mentre per lo screening questo non è possibile perché aumenterebbe di troppo i costi a livello di sanità pubblica. • Il test deve essere accettato dalla popolazione • Deve esistere consenso su quali soggetti trattare come pazienti • Il costo per l’individuazione dei casi (incluso quello per la diagnosi e il trattamento dei pazienti diagnosticati) deve essere giustificato economicamente. Prima dicevamo con un rapporto costo - benefici favorevole. Su questo ho un po' di perplessità: se un test costa tantissimo farlo, ma per fare un esempio può salvare un bambino da una disabilità intellettiva, non vale la pena di spendere i soldi e fare qualcosa di buono piuttosto che usarli ad esempio per l’uso cattivo degli antibiotici che si fa? MODALITA’ TEST DI SCREENING NEI NEONATI SU SPOT DI SANGUE • Fenilchetonuria (PKU) • Ipotiroidismo congenito • Deficienza di biotinidasi • Galattosemia • Iperplasia congenita del surrene • Fibrosi cistica • Anemia a cellule falciformi Lo screening viene effettuato raccogliendo una goccia di sangue dal tallone dei neonati (prelievo di sangue capillare). Con una lancetta si fa una piccola incisura e si raccoglie su una carta assorbente, che viene poi preso e spedito al laboratorio di analisi. Negli anni 70’ era fondamentale trovare un metodo per spedire campione al laboratorio le provette di sangue avrebbero reso il tutto più indaginoso, così lo screening neonatale è stato reso possibile da un medico di nome Robert Guthrie che ebbe l’idea di utilizzare della carta assorbente per raccogliere la goccia di sangue così da rendere facile la spedizione del cartoncino al laboratorio. Non è infatti pensabile che lo screening venga fatto in ciascun punto nascita, sia perché i costi sarebbe enormi sia perché è sempre preferibile che un laboratorio centralizzato effettui tutte le analisi. I laboratori che effettuano più analisi nel corso del tempo, infatti, possono effettuare controlli di qualità più sicuri e ridurre gli errori. Nei primi giorni di vita esiste una cronologia delle concentrazioni dei singoli marker di malattia, che risentono fortemente delle modificazioni biologiche che avvengono nel delicato periodo perinatale di adattamento biochimico alla vita extrauterina: il momento della raccolta deve essere quindi opportunatamente scelto in finestre temporali che garantiscano, in presenza della patologia, i livelli ottimali per la misurazione/valutazione dell’analita, al fine di ottenere l’efficienza massima del sistema. In generale, affinché i risultati dei test siano accurati, il neonato deve aver già avuto modo di assimilare alcune proteine come quelle contenute nel latte materno. Qualora il neonato fosse prematuro o sottopeso, infatti, i risultati potrebbero essere falsati: se il bambino è prematuro, il risultato potrebbe essere quello che viene definito “falso positivo” perché l’enzima per degradare la fenilalanina non si è ancora sviluppato completamente. 3Viceversa, potrebbe risultare un “falso negativo” se, allattato al seno o nutrito artificialmente, non stesse mangiando abbastanza, stesse vomitando o se il test fosse stato eseguito prima della 42esima ora dalla nascita. In questi casi l’esame potrà essere ripetuto. L’intervallo di tempo per l’esecuzione dello screening neonatale in Italia è stabilito tra le 48 e le 72h di vita. L’analisi del campione prelevato rivela la quantità di fenilalanina, un amminoacido contenuto nelle proteine, presente nel sangue del piccolo. Sul campione si fa il test di Gurthie Questo test fu sviluppato intorno agli anni sessanta per la fenilchetonuria; rileva i livelli di fenilalanina nel sangue del bambino attraverso l’uso di una coltura batterica, utilizzando la capacità della fenilalanina di facilitare la crescita batterica in un terreno di coltura con un inibitore, in particolare grazie all’inibizione della crescita del batterio da parte della β-2-tienialanina che era rimossa dalla fenilalanina. Il sangue viene raccolto su un pezzo di carta filtro analizzato in laboratorio. Dal filtro viene ricavato un piccolo disco di carta e posto su una piastra con il terreno di coltura (un gel di agar). Quindi attorno al cartoncino si formava un alone di crescita batterica se la fenilalanina era alta, viceversa con fenilanina era bassa il batterio era inibito e quindi non cresceva; in base alla quantità di alone che c’era si poteva ricavare in maniera semiquantitativa, rapportandosi a degli standard, la quota di fenilalanina nel sangue. È stato il primo test usato per una malattia metabolica ma ora non si usa più, perché oggi disponiamo di metodiche molto più sofisticate. Negli ultimi anni è stato progressivamente sostituito da nuove tecniche quali la spettrometria di massa tandem in grado di rilevare una più ampia varietà di malattie congenite. I test attuali sono basati sulla spettrometria di massa tandem (tandem mass), ovvero due spettrometri di massa in sequenza, che analizzano il tipo di frammentazione di ogni composto chimico ad esempio di un amminoacido come la fenilalanina, che si frammenta in un certo modo, cioè i frammenti sono altamente specifici per quella determinata sostanza e quindi si può risalire a quanta ce n’è in maniera molto precisa e quantitativa. Possono essere individuati anche i livelli di tirosina. La fenilalanina, infatti, viene scomposta in tirosina con l’aiuto dell’enzima fenilalanina idrossilasi. Questo enzima è carente nelle persone affette da PKU perciò questo test fornisce un quadro più completo e accurato della situazione. Nuove tecniche sono ad esempio nuove tecniche di sequenziamento. Per ora sono molto costose e sono difficili da interpretare, perché quando uno fa un’analisi del sequenziamento può trovare migliaia di varianti per un esoma e non è detto che siano patologiche. Esiste, inoltre, una grande eterogeneità di screening nei vari paesi europei (escluse ipotiroidismo congenito e fenilchetonuria che sono sottoposte a screening in tutti I paesi occidentali). Esistono paesi che screenano per deficit biotidinasi, altri per galattosemia, altri ancora per fibrosi cistica. L’anemia a cellule falciformi per esempio è molto frequente negli afro-americani e per questo gli Stati Uniti screenano anche per questa patologia. A complicare questo quadro ci sono le differenze inter regionali sul nostro territorio nazionale: alcune regioni considerano anche galattosemia e deficit biotidinasi e altre no. Le leggi sullo screening sono leggi regionali: sono le regioni che li attivano sulla scorta delle indicazioni nazionali. Quindi c’è una certa eterogeneità inter-regionale. In Italia, lo screening neonatale per PKU e IC è obbligatorio dal 1992, mentre per lo screening per la FC, seppur obbligatorio nella maggior parte delle regioni italiane, vengono ancora utilizzati protocolli differenti. Il risultato del test di screening non rappresenta una diagnosi definitiva. Se il risultato è positivo indica il sospetto di PKU e in questo caso il centro di screening segnalerà il paziente al centro di cura il quale, a sua volta, provvederà ad effettuare ulteriori analisi biochimiche e molecolari per confermare o meno il disturbo. Tutti i pazienti malati vengono avviati alle terapie più idonee affinché possano condurre uno stile di vita normale, riducendo così le ospedalizzazioni e la mortalità precoce. L´importanza di effettuare lo screening neonatale per la fenilchetonuria è legato al fatto che solitamente per i primi mesi di vita i neonati non manifestano sintomi, che compaiono invece successivamente. 1. FENILCHETONURIA (PKU) Incidenza: 1/15000 È una malattia metabolica ereditaria (autosomica recessiva) che si verifica quando un bambino riceve da entrambi i genitori due copie difettose del gene PAH. Si tratta del difetto dell’enzima fenilalanina idrossilasi che converte la fenilalanina in tirosina. 4L’assenza di questo enzima porta ad una riduzione dei livelli di tirosina, che è il prodotto della reazione, e un aumento della fenilalanina, che quindi è il metabolita diagnostico. Le manifestazioni compaiono dopo i primi mesi: • Ritardo mentale severo • Spasticità • Crisi convulsive Quando compaiono è già troppo tardi: il cervello del bambino non finisce di svilupparsi alla nascita, ma continua a svilupparsi con la crescita, nei mesi e negli anni successivi. Se nei primi mesi c’è stato un tossico come la fenilalanina, è chiaro che ha danneggiato irreversibilmente l’SNC. Però è una patologia che può essere completamente eliminata da una diagnosi precoce ed un intervento dietetico precoce. Diagnosi biochimica: aumento dei livelli plasmatici di PHE (fenilalanina) Terapia: dieta povera di Phe Per assicurarsi che ricevano una quantità adeguata di proteine, è necessario che le persone affette da PKU seguano una dieta rigida per tutta la vita. Per questo motivo, le persone affette da PKU devono lavorare a stretto contatto con un medico o un dietologo per mantenere un corretto equilibrio di nutrienti e limitare l’assunzione di fenilalanina. Devono anche monitorare i livelli di fenilalanina assunti durante il giorno tenendo dei registri alimentari. Il livello di mantenimento raccomandato è di solito tra i 120 e i 360 µmol/L nei neonati, mentre nei pazienti più grandi i valori superano i 600 µmol/L. Non esiste, però, un livello soglia di riferimento della fenilalanina oltre al quale si deve cominciare il trattamento. Le persone affette da PKU sottoposte ad una dieta a basso contenuto di fenilalanina e amminoacidi misti e ad una terapia farmacologica possono crescere e svilupparsi normalmente. Prognosi: eccellente se il trattamento è iniziato poco dopo la nascita La fenilalanina (Phe) è un aminoacido aromatico essenziale che viene convertito dall’enzima epatico fenilalanina idrossilasi (PAH) in tirosina (Tyr), aminoacido non essenziale e precursore indispensabile per la sintesi di ormoni tiroidei, melanina ed importanti neurotrasmettitori cerebrali (le amine biogene dopamina, serotonina, noradrenalina). L’enzima PAH richiede la presenza del cofattore tetraidrobiopterina (BH4), indispensabile anche per altre due importanti idrossilasi, la tirosina idrossilasi e la triptofano idrossilasi, enzimi limitanti rispettivamente la sintesi della dopamina e della serotonina. Quando l'enzima fenilalanina idrossilasi non è funzionante, la fenilalanina si accumula nel sangue e in alcuni tessuti del corpo. MODELLO TRADIZIONALE DI SCREENING NEONATALE Il concetto tradizionale di screening prevedeva: • una malattia • un test • un marcatore • un cut off Nella fenilchetonuria si effettua un test su piastra di inibizione batterica: si valuta il grado di inibizione di crescita di alcuni batteri che vengono messi in contatto con il sangue che ha un certo contenuto di fenilalanina. Quindi con il test valutiamo un unico metabolita. Il cut off è 4mg/dl. NB: Vedrete più avanti, che i nuovi test di screening non seguono più questo schema. Si ha un singolo test che considera più metaboliti e quindi più malattie. 2. IPOTIROIDISMO CONGENITO Disordine più frequente. È molto simile alla fenilchetonuria, in quanto da segno di sé dopo la nascita, quando i danni cerebrali sono già avvenuti. Incidenza: 1/4000 Ipotiroidismo non trattato (esordio sintomi 3-4 mesi): • Ritardo di crescita • Ritardo dello sviluppo psicomotorio I bimbi non trattati presentano: macroglossia, ipotonia, narcolessia, sono bambini che non piangono mai e che non danno fastidio, hanno ritardo di crescita ossea (ritardo chiusura fontanelle), ma anche qui la cosa più importante è il ritardo di sviluppo psicomotorio. Lo screening, cominciato negli anni ’70, si fa valutando T4 e TSH. Questo protocollo manca la tiroide minimamente funzionante (con il declino di funzione col tempo). Il TSH da solo non detecta ipotiroidismo ipofisario. 5Non è una singola malattia ma un gruppo di diversi disordini, causato da tutti i difetti possibili legati alla formazione degli ormoni tiroidei (gruppo eterogeneo di cause ma con manifestazione omogenea): difetti ipotalamici, ipofisari, trasporto iodio, coniugazione, recettore TSH ecc.. La forma più frequente è quella legata a difetti della migrazione delle cellule che formano la tiroide attraverso il dotto tireoglosso (le ghiandole ectopiche alla base della lingua sono un riscontro abbastanza frequente) o addirittura l’assenza della ghiandola. Trattamento: tiroxina. Anche in questo caso si può iniziare trattamento subito tramite terapia sostitutiva con ormone tiroideo e ciò risolve la gran parte dei problemi: se superato il primo mese di vita senza terapia essa risulterà inefficace. Qualcuno potrebbe chiedersi se in utero c’è già un danno. Questo non avviene in quanto per quanto riguarda l’ipotiroidismo congenito ci sono gli ormoni della mamma mentre per quanto riguarda la fenilchetonuria (la mamma ha livello normali di fenilalanina anche essendo portatrice) gli scambi placentari permettono la cleareance della fenilalanina in eccesso. Per il circa 50% dei casi è dovuta ad una ectopia della ghiandola (posizione anomala), 30% dei casi in cui la tiroide è assente, 11% dei casi la tiroide è normale (difetto di biosintesi degli ormoni tiroidei) 3. DEFICIT DI BIOTINIDASI l deficit di biotinidasi (BTD) è una forma a esordio tardivo del deficit di carbossilasi multiplo, un difetto congenito del metabolismo della biotina. La biotinidasi è un enzima che serve per l’utilizzo della biotina, un cofattore importante di alcune carbossilasi del nostro organismo. Quattro sono le carbossilasi importanti: - Propionil CoA carbossilasi - Piruvato carbossilasi - 3-Metilcrotonil-CoA carbossilasi - Acetil CoA carbossilasi Manifestazioni cliniche in assenza di trattamento • Ritardo dello sviluppo PM • Crisi convulsive • Rash cutaneo e alopecia • Sordità • Immunodeficienza • Acidosi lattica Per questa patologia esiste una terapia molto efficace e semplice: la somministrazione di biotina, vitamina senza effetti collaterali, dall’esterno a dosi farmacologiche. 4. GALATTOSEMIA Incidenza: 1/40000- 1/80000 Ereditarietà: autosomica recessiva Difetto di base: • galattosio 1-P uridiltransferasi (GALT) È una malattia che è dovuta alla incapacità di metabolizzare il galattosio per un deficit dell’enzima GALT, che converte il galattosio-1P in glucosio. Se manca questo enzima, si accumula galattosio e si può avere una presentazione clinica molto grave anche in epoca neonatale, con: • sepsi neonatale da E.Coli • aumento transaminasi • grave danno epatico • necrosi epatocellulare • ittero • crescita stentata • cataratta • danno renale 6• diarrea, vomito • anemia • danno cerebrale Se a un neonato affetto da galattosemia viene dato del latte, gli zuccheri del latte non metabolizzati si accumulano e danneggiano il fegato, gli occhi, i reni e il cervello. Terapia: Dieta priva di galattosio. Basta togliere il galattosio dalla dieta e quasi tutti i sintomi scompaiono. Spesso per diagnosi si tolgono le proteine del latte in modo da diagnosticarla ex adiuvantibus. 5. FIBROSI CISTICA È una malattia autosomica recessiva molto frequente nei caucasici (incidenza di 1-2/3000). La maggioranza dei pazienti (circa il 70%) presenta la mutazione ΔF 5 0 8, che codifica per la proteina trasportatrice di ioni CFTR anche se ci sono molte altre mutazioni. La fibrosi cistica nella sua forma classica è caratterizzata da: • Elevata concentrazione di Na e Cl nel sudore • Insufficienza pancreatica esocrina • Broncopneumopatia cronica ostruttiva • Sinusite cronica e azoospermia ostruttiva Terapia: - Trattamento aggressivo delle infezioni - Fisioterapia respiratoria - rhDNAsi - Steroidi, broncodilatatori - Trapianto di polmone - Enzimi pancreatici - Elevato apporto calorico - Vitamine liposolubili Una terapia iniziata precocemente con un trattamento aggressivo delle infezioni e la somministrazione di enzimi pancreatici migliorano l’aspettativa e la qualità di vita. Non è però una terapia risolutrice come lo sono invece la dieta per fenilchetonuria e la somministrazione di tiroxina per ipotiroidismo congenito. Il drenaggio posturale è una tecnica per allentare il muco nelle vie aeree così che possa essere sputato fuori. Si può fare terapia genica per la fibrosi cistica? La fibrosi cistica è una delle patologie più difficili da trattare con questa tecnica perché i vettori dati per via inalatoria non riescono ad integrarsi nel genoma e nel momento in cui la cellula va incontro al fisiologico turn over cellulare il vettore viene perso. Si dovrebbero fare somministrazioni ripetute oppure si dovrebbero usare altri vettori che integrano nel genoma cellulare ma quando si integrano danno anche altri problemi. Ci sono però delle terapie farmacologiche, delle piccole molecole che per esempio riducono la degradazione della proteina malformata nel caso della mutazione 508 che ne aumenta il turn over oppure nel caso in cui il canale venga espresso e ma funzioni poco esistono delle altre molecole che ne aumentano di molto l’attività. Guardando la sopravvivenza per fibrosi cistica negli ultimi anni, essa risulta molto aumentata (circa 40 anni). Intervento precoce migliore prognosi. Lo screening si fa considerando il tripsongeno immunoreattivo. Se positivo, si ripete il test e si avvia la diagnosi molecolare di CFTR, quindi si esegue il test del sudore. 6. EMOGLOBINOPATIE ANEMIA A CELLULE FALCIFORMI Ha una prevalenza di 1/400 in Afro Americani e per questo viene screenata negli USA. Può dare crisi occlusive vasali ricorrenti. Il suo riconoscimento è importante perché c’è una profilassi antibiotica da fare e immunizzazioni contro alcuni agenti infettivi (Streptococcus pneumoniae ed Haemophilus influenzae) che sono più comuni in questa popolazione. Anche per questa patologia però non esiste una terapia risolutiva. Questo è uno screening che non si fa in Europa. Metodo di screening: elettroforesi dell’Hb o thin layer isoelectrofocusing in popolazioni selezionate. 77. IPERPLASIA SURRENALE CONGENITA È un deficit della biosintesi del colesterolo e in particolare della 21-idrossilasi. Nelle ghiandole surrenali, il colesterolo viene convertito in pregnenolone, un precursore di aldosterone, cortisolo e androgeni. Un deficit di 21- idrossilasi determina la diminuzione di aldosterone e cortisolo e l’accumulo dei precursori. Questo deficit enzimatico è ereditario ed è la causa più frequente di CAH. Ha una incidenza di 1/14000. È una malattia che può manifestarsi ampiamente in epoca neonatale, da una perdita di sali importante, le cosiddette crisi surrenaliche (classiche), che possono anche essere fatali, a forme virilizzanti (non classico). Trattamento: terapia ormonale sostitutiva con idrocortisone (ormoni corticosteroidei, per evitare danni e morte). È molto facile riconoscerla perché basta misurare gli elettroliti del sangue (ELISA). Il 17-idrossi progesterone (17- OHP) è il metabolita diagnostico di riferimento in quanto è il metabolita a monte del blocco enziamtico. Il principale problema è la bassa specificità del metabolita. Vista la presentazione clinica in epoca neonatale, la diagnosi potrebbe essere fatta anche prima dell’arrivo dei risultati dello screening ma non tutti i neonati manifestano subito i sintomi della patologia e questo sottolinea ancora una volta l’importanza del test di screening, che infatti risulta efficace nella prevenzione degli episodi critici di insufficienza surrenalica con perdita di sali. ALTRI SCREENING NEONATALI Oltre al test di screening sul sangue, si stanno diffondendo altri screening quali: • Test di screening sulla sordità (test capacità uditive) • Riflesso rosso (per anomalie oculari) • Displasia congenita dell’anca Questi non sono basati su raccolta di sangue ma si basano o su un test funzionale (sordità) o test clinico (riflesso rosso) o test ecografico (displasia dell’anca). SCREENING UDITIVO Incidenza sordità congenita: 1-3/1000. 2-4% neonati in terapia intensiva Si effettua su tutti i neonati per valutare le loro capacità uditive ed individuare tutti i casi di sordità, in particolare di sordità neurosensoriale. C’è spesso una componente genetica che coinvolge in particolare due connessine. Diagnosi e riabilitazione precoci = migliore outcome linguistico Lo screening è importante perché, se si riconosce subito il deficit, si può iniziare una terapia con protesi che dà risultati molto buoni. Ovviamente, più tardi si inizia la terapia e peggiore è l’outcome linguistico finale. Se non si riconosce questo deficit, i bambini arrivano all’osservazione del medico a 12 mesi per mancato sviluppo del linguaggio. Se la sordità non viene rilevata in tempo e la stimolazione acustica non avviene entro i primi mesi di vita, la sollecitazione delle vie uditive, delle aree associative e dei circuiti cerebrali del SNC non verrà formata adeguatamente e l’acquisizione del linguaggio può essere compromessa in modo irreversibile. Lo screening viene effettuato con la metodica delle emissioni otoacustiche automatiche tramite il test OAE (risposta cocleare delle cellule ciliate ad uno stimolo acustico): registrazione del segnale emesso dalle cellule cocleari stimolate da un suono inviato nel condotto uditivo esterno. Nel caso in cui siano presenti, la coclea funziona correttamente e bisogna eseguire altri test; viceversa, se la risposta è assente o dubbia, è necessario fare un test di conferma con il test ABR (attività nel nervo acustico). Lo screening può dare due risultati: Pass e Refer. Se si ha come risultato Refer, dobbiamo fare un secondo test di conferma con una metodica diversa rispetto quella fatta in corso di screening. Il test viene eseguito in ospedale e richiede pochi minuti, è sicuro e non causa dolore. SCREENING DEL RIFLESSO ROSSO Questo è un altro screening raccomandato dall’accademia Americana di pediatria. Si tratta di uno screening molto semplice da fare che utilizza una ofalmoscopia diretta per valutare la presenza bilaterale e simmetrica del riflesso rosso negli occhi del neonato. Infatti, si ha un riflesso rosso normale se i 2 occhi esaminati individualmente e simultaneamente sono equivalenti per colore, intensità e chiarezza e non ci sono opacità (o spot chiari=leukokoria) 8La presenza di un’alterazione in questo riflesso richiede un immediato consulto oftalmologico in quanto può essere indice di: • Cataratta • Glaucoma • Retinoblastoma • Malattie della retina • Malattie sistemiche con coinvolgimento oculare La situazione più importante è quella del riflesso assente. Spesso questo viene notato dai genitori. È capitato che una mamma aveva fatto una foto al figlio e si era accorta di questa asimmetria e in questo modo la signora è riuscita ad individuare il retinoblastoma del figlio. Alto rischio (familiarità per Rb, cataratta giovanile, glaucoma) riferiti ad oftalmologi regardless. Lesioni possono essere subdole DISPLASIA CONGENITA DELL’ANCA Molte controversie. 1-3% dei neonati - Displasia acetabolare - franca dislocazione Consiste in uno screening clinico (manovra di Ortolani-Barlow) ed ecografico. Qui c’è ancora un po’ di incertezza su quale sia la metodica migliore. Lo screening clinico si basa sulla manovra di ortolani (fatta fino a pochi anni fa). Entrambe le manovre iniziano col bambino supino e le anche e le ginocchia flesse a 90°: - Manovra di Ortolani: rileva l'anca che scorre indietro dentro l'acetabolo. - Manovra di Barlow: rileva lo scivolamento dell'anca fuori dall'acetabolo. Al giorno d’oggi, si fa l’ecografia a 4-6 settimane. Quest’ultima sicuramente è molto più affidabile e valuta la posizione della testa del femore rispetto all’ acetabolo. Se si interviene presto, il risultato è migliore. SCREENING NEONATALE ALLARGATO Alla nascita, lo screening viene fatto per fenilchetonuria, ipotiroidismo congenito e fibrosi cistica (La legge è entrata in vigore nel 1999.) Si sta iniziando a parlare anche di un altro tipo di screening: lo screening allargato. C’è una legge che è stata approvata dalla camera (agosto 2016: legge Taverna) che ha allargato a molte altre malattie lo screening, includendo nei LEA lo screening neonatale esteso per una trentina o quarantina di malattie; se ne possono diagnosticare di più ma poi sono state scelte quelle che veramente valeva la pena di diagnosticare. Lo screening allargato è basato su alcuni avanzamenti tecnologici che hanno anche portato ad un allargamento dei criteri di Jurgen e Wilson. Si è sviluppata infatti una metodologia per poter analizzare sullo spot di sangue moltissimi analiti contemporaneamente, ossia la spettrometria di massa tandem. SPETTROMETRIA TANDEM MASS (MS/MS) Essa si basa sulla presenza di due spettrometri di massa messi in serie uno dopo l’altro. Le molecole presenti nello spot vengono bombardate da elettroni e distrutte. Ciascuna molecola ha un suo profilo di frammentazione unico (spettro di massa): il tempo, il picco e la velocità sono diversi da molecola a molecola e ciò ci permette sia di identificare ma anche di quantizzare i marker. Con questa tecnologia possiamo avere una diagnosi molto più rapida e un notevole spettro di predittività, i costi sono contenuti. ESEMPI DI MALATTIE IDENTIFICATE MEDIANTE MS/MS Vediamo un esempio: alla spettrometria vediamo alti livelli di C3 (lettera che identifica la molecola, il numero la grandezza di eventuali catene legate), questo C3 potrebbe essere sia acido metilmalonico (MMA) che acido proprionico, allora si fa un approfondimento con indagini biochimiche: dosiamo l’acido metilmalonico nelle urine (che risulta elevato, ma non di molto), l’acido proprionico (che è normale) e valutiamo anche l’omocisteinemia (che è elevata). Perché dosiamo anche l’omocisteina? perché la cobalamina è un cofattore della metil-malonil CoA mutasi, enzima deputato al metabolismo dell’MMA, ma anche della metionina sintasi. 9Quindi il deficit della vitamina B12, che può essere dovuto a diete inappropriate, può determinare questo quadro che potrebbe essere confuso con una malattia metabolica. Pertanto, una goccia di sangue raccolta per screening consente la misurazione di tutti questi metaboliti, e screenare tante malattie contemporaneamente. Un gruppo di malattie, in particolare le lisosomiali (che può essere screenato alla nascita), è costituito da 4 condizioni, quindi non tutte le condizioni possono essere screenate alla nascita. Lo screening di queste 4 condizioni è importante perché ci permette di individuare pazienti per i quali è possibile individuare una terapia, un tempo non era possibile, invece oggi è possibile identificarli e iniziare la terapia con l’enzima mancante e quindi somministrare l’enzima mancante ogni 15 gg o ogni mese, a seconda della malattia a questi soggetti. Le malattie metaboliche sono molte e complesse. Vengono raggruppate in varie classi: PKU, difetti del ciclo dell’ urea (omocistinuria, arginin succinico acidemia, malattia da urine a sciroppo d’acero) tirosinemia , acidemie organiche (acidemia propionica, metil malonico acidemia, butarico acidemia, lisovalerico acidemia), difetti di ossidazione acidi grassi (tra queste è importante riconoscere la MCAD-deficit di ossidazione degli acidi grassi a catena media-che può presentarsi a tutte le età). Senza ricordare tutti i nomi, potete dire che possiamo screenare le amminoacidopatie, le acidosi organiche, i difetti di b ossidazione degli acidi grassi. Queste malattie vengono studiate in pediatria ma non sono malattie solo dell’età pediatrica; possono comparire nell’età adulta oppure possono continuare a manifestarsi nell’età adulta. Quando si presentano nell’età adulta sono più difficili da diagnosticare in quanto hanno caratteristiche più subdole che dipendono da una attività enzimatica ridotta ma non assente. Quando si manifesta in età pediatrica, invece, la malattia è più grave e ha una presentazione più classica che permette una diagnosi più facile. MCAD (deficit di ossidazione degli acidi grassi a catena media) è una patologia che può presentarsi a qualsiasi età. La manifestazione principale che ha questa patologia è la presenza di episodi di ipoglicemia in corso di stress e digiuno. L’enzima deficitario è un enzima che serve ad ossidare gli acidi grassi nel mitocondrio e produrre energia. Se questo non funziona, l’organismo in condizione di stress non riesce a regolarsi bene e possono esserci delle ipoglicemie anche fatali. Pazienti con questa patologia possono morire in maniera improvvisa a qualsiasi età. Ci sono alcuni casi di morte improvvisa che possono essere correlati a questa patologia e che spesso non vengono nemmeno diagnosticati. Ha senso diagnosticare questa malattia non tanto per i figli che sono solo portatori ma per I suoi fratelli che potrebbero avere la stessa patologia con una probabilità del 25%. La probabilità che i figli abbiano un figlio con questa patologia dipende dalla frequenza del portatore (in questo caso 1/100). È una malattia che è importante riconoscere perché i pazienti devono seguire uno stile di vita preciso che eviti stress e sforzi eccessivi. In questo senso, questa patologia potrebbe essere considerata un esempio calzante dell’importanza della interazione tra gene ed ambiente. Se il deficit dell’enzima è molto grave, l’episodio di ipoglicemia fatale può svilupparsi anche in età neonatale. È importante che anche i medici che hanno in cura un paziente con MCAD conoscano questa malattia perché in caso di operazione chirurgica o altra condizione stressante, possono intervenire velocemente con un’infusione di soluzione glucosata. È anche una patologia molto frequente nei caucasici secondo alcune stime la frequenza equivale a quella della fenilchetonuria, anche se oggi risulta ancora molto sottostimata. SCREENING NEONATALE MEDIANTE MS/MS Prima avevamo visto lo schema classico degli screening (una malattia, un test, un marker e un cut off). Con la spettrometria di massa, questo principio viene messo in crisi; ora abbiamo più malattie, un unico test, più analiti e più cut off. Screening di oltre 50 malattie simultaneamente da uno spot di sangue di 3 mm (tempo di analisi: 2 minuti per campione) SCREENING NEONATALE E MALATTIE MATERNE Un altro principio nuovo è stato quello di poter identificare tramite questa tecnica anche patologie materne. Infatti, i livelli di metaboliti nel neonato possono condurre alla diagnosi: • Iperfenilalaninemia materna (forme in cui fenilalanina è alta ma non quanto nella fenilchetonuria) • Deficienza di uptake della carnitine • Acidemia glutarica tipo 1 • Deficienza di 3MCC (deficit di 3 metilcrotonil CoA carbossilasi) • Deficienza di vitamina B 12 (condizione legata alla dieta, in quanto si può vedere nei figli di madre vegane o appartenenti ad alcune popolazioni asiatiche, soprattutto indiane, che mangiano pochissima carne nella loro dieta. 10Si tratta di scenari che non erano stati previsti ma che risultano ugualmente fondamentali, in quanto permettono di curare due persone contemporaneamente, trattando anche la madre che non si era accorta di avere un problema). Alcuni metaboliti possono passare la barriera placentare e passare nel sangue fetale. Alla nascita, ci possono essere dei metaboliti che sono alterati dalla condivisione di sangue madre-feto. Riflettono alterazioni di metaboliti presenti nella madre. Non sono necessariamente malattie genetiche, deficit di vitamina B12 si può riflettere nel neonato ad esempio a causa di una dieta vegetariana della madre. Esistono poi delle malattie di cui non si conosce la storia naturale. Possono essere patologie dovute a deficit lievi di attività enzimatica, che danno segno di sé agli esami di laboratorio ma non danno sintomi clinici. Ad esempio nelle LSD, Lysosomal Storage Disease, per le quali si può fare screening alla nascita su goccia di sangue; è molto discutibile se valga la pena o meno farlo, perché di queste patologie non si conosce la prognosi e l’evoluzione clinica e per questo risulta difficile decidere se bisogna intervenire o meno. Per la malattia di Pompe, una malattia da accumulo causa di una grave miopatia, ci sono delle esperienze fatte a Taiwan dove la malattia è più frequente, che mettono in evidenza l’utilità di della diagnosi precoce se seguita da idonea terapia, in alcune regioni in Italia già vengono attuate misure di screening. In generale, queste patologie possono avere una presentazione severa, moderata e lieve. Le forme severe sono le più facili da riconoscere perché quando si presentano hanno tutte le manifestazioni descritte nei libri mentre quelle lievi sono molto meno conosciute. Questo gap sarà probabilmente colmato nelle prossime decadi quando grazie all’estensivo utilizzo di questo screening avremo individuato molte di queste patologie lievi e ne avremo seguito il decorso. Per alcune delle malattie considerate in questo screening esistono delle terapie ma non sono delle terapie risolutive. Questa rappresenta la seconda svolta epocale che questo screening ha rappresentato rispetto al test classico. PROBLEMI DELLO SCREENING ALLARGATO • Non tutte le condizioni identificate e incluse nello screening allargato sono ben caratterizzate • La terapia per varie condizioni non è ben stabilita • Outcomes (I risultati) a lungo termine non sono noti, essendo lo screening iniziato pochi anni fa IL CARICO DELLE ‘NON-MALATTIE’ Esistono poi le “non malattie” o fenotipi biochimici, ossia alterazioni biochimiche non associate ad alterazioni cliniche, almeno per quanto conosciamo fino ad ora. • 3-MCC • SCAD • Deficit di metionina adenosiltrasferasi I/III • Galattosemia Duarte • Iperfenilalaninemia Facendo questa analisi, possiamo riscontrare variazioni in alcuni metaboliti, che sono state riscontrati in altri soggetti sani e che non si sa bene se sono correlate o meno a problemi clinici. Anche in questo caso, nei prossimi anni potremmo raggiungere conoscenze più approfondite e probabilmente questo ci aiuterà anche nella comprensione dell’eziologia delle malattie multifattoriali. Molti studiosi ipotizzano, infatti, che queste variazioni lievi di attività enzimatica e connessi metaboliti possano favorire insieme ad altri fattori lo sviluppo di queste patologie. Una delle proposte suppone che mentre nelle malattie mendeliane vi è una sola via alterata, in quelle multifattoriali invece vi potrebbe essere l’alterazione più lieve di più metaboliti. Questa per ora rimane una speculazione che deve ancora essere verificata. MALATTIE CANDIDATE PER ULTERIORE ALLARGAMENTO DELLO SCREENING Oltre alle malattie per cui si fa già questo screening, sono state proposte altre patologie, tra cui patologie lisosomiali. In alcuni paesi già è stato fatto uno studio pilota soprattutto perché per alcune di queste patologie esiste già una terapia enzimatica o farmacologica. Esiste poi una visione futuristica che propone, in un futuro non tanto lontano, la possibilità per tutti i neonati di effettuare il sequenziamento dell’esoma. 11Per quanto l’esoma permetta di sostituire completamente la spettrometria di massa, quest’ultima potrebbe darci un fenotipo biochimico non ancora correlato a nessun gene noto? Questo è un punto importante su cui c’è ancora una accesa discussione tra genetisti e studiosi di malattie metaboliche. Probabilmente, in futuro la soluzione sarà la combinazione delle due cose ma bisogna tener conto che questa soluzione avrà dei costi molto elevati per la sanità pubblica. Inoltre, l’utilizzo del sequenziamento genico come tecnica di screening solleva un’altra questione di valore etico: il sequenziamento potrebbe individuare anche geni mutati collegati a patologie ad esordio in età adulto (basti pensare ad Huntington o Alzeheimer) e questo potrebbe addirittura rovinare la vita di questi bambini più che migliorarla. Non è etico effettuare una diagnosi di questo tipo su di un paziente pediatrico che non ha capacità di intendere e volere nel momento in cui il test viene effettuato. La capacità di scansionare un campione per circa due dozzine di disturbi ereditari sta per provocare un'esplosione nello screening neonatale: pochi sistemi sanitari sono preparati per le conseguenze. Fast Technology drives new world of newborn screening descrive come la spettrometria di massa ha la capacità di poter identificare numerose malattie alla nascita. A partire dal 2007 in US e nel 2014 in Italia, lo screening neonatale è stato allargato. È stata infatti approvata la legge sugli screening neonatali obbligatori per la prevenzione e la cura delle malattie metaboliche ereditarie. Take-home message In conclusione, il percorso dello screening è il seguente: - il neonato viene punto e il sangue viene inviato nel laboratorio centralizzato; - il laboratorio rimanda al punto nascita le risposte che devono essere analizzate ed interpretare; - infine, in caso di risposta positiva, il paziente viene richiamato per un test di conferma (test diagnostico). Le risorse per lo screening metabolico ancora non sono stati stanziate. È giusto che si sia fatta la legge ma è un po’ immaturo non pensare prima a come recuperare i fondi. In molti paesi proprio per questo si sono fatti studi molto precisi sulla correlazione costi- benefici, valutando se una diagnosi precoce permetta di ridurre i costi correlati alla cura della patologia stessa negli anni. Per nessuna patologia eccetto MCAD sono presenti questi dati mentre per gli altri il beneficio è solo presunto. ACCRESCIMENTO NORMALE E PATOLOGICO La pediatria non si occupa solo del bambino malato ma anche del bambino sano perché ha il compito di seguire la crescita, lo sviluppo sia fisico che intellettivo del bambino dalla nascita fino a 16-18 anni. Il corredo genetico e l’ambiente fisico, emotivo e sociale dell’individuo influenzano la crescita e lo sviluppo del bambino durante l’infanzia. Uno degli obiettivi della pediatria è di aiutare ciascun bambino a sviluppare il proprio potenziale attraverso il monitoraggio e lo screening del normale progresso o delle anomalie nella crescita e nello sviluppo. I processi di crescita e di sviluppo sono profondamente connessi tra di loro. Tuttavia, è meglio utilizzare il termine crescita quando ci si riferisce a un aumento di dimensioni e sviluppo quando si fa riferimento all’accrescimento delle funzioni psicomotorie. La conoscenza dei normali pattern di crescita e sviluppo permette allo specialista di riconoscere e gestire le alterazioni anomale. CRESCITA La crescita è il regolare aumento in grandezza o peso di un individuo ed è un processo graduale e continuo. Essa è un è un elemento importantissimo nella valutazione di un paziente pediatrico, in quanto una crescita regolare è l’indice di salute più affidabile che possa esistere perchè valuta contemporaneamente numerosi elementi come l’assenza di malattie e la disponibilità di nutrienti. Controllo della crescita: parametro piú globale, piú semplice, piú economico, piú indicativo dello stato di salute nell’infanzia. Gli elementi più importanti valutati nella crescita sono: • LUNGHEZZA/ALTEZZA • PESO • CIRCONFERENZA CRANICA • BODY MASS INDEX (BMI) Un’accurata misurazione di lunghezza/altezza, peso e circonferenza cranica dovrebbe essere effettuata durante ciascuna visita. 12PRINCIPI CHIAVE • Lo sviluppo del bambino segue un percorso prestabilito (canali di crescita) lo sviluppo è prevedibile • Il range di normalità è ampio • Molteplici fattori fisici, correlati a malattie, sociali e ambientali influenzano la crescita e lo sviluppo STADI DELLA CRESCITA E DELLO SVILUPPO È giusto conoscere le diverse epoche dell’età pediatrica per essere più corretti nell’ identificare il paziente: – Neonato Nascita-1 mese (4 settimane) (0-30 giorni) – Lattante 1 mese-1 anno (1-12 mesi) – Età prescolare 3-6 anni – Età scolare 6-12 anni – Adolescenza 13-18 anni L’auxologia è la scienza che si occupa di valutare la crescita del bambino. Il bambino è un paziente particolare perché eventuali sintomi di patologie non vengono direttamente da esso riferiti, bensì dalla madre; in alcuni casi rimangono misconosciuti o si esplicano sottoforma di rallentamenti nella crescita. Il soggetto in età evolutiva aumenta le proprie dimensioni (accrescimento) e contemporaneamente modifica in modo progressivo, forma e composizione corporea (maturazione o sviluppo). Pertanto, la valutazione dello stato di crescita del bambino in linea con gli standard è considerato un indicatore ottimale per la valutazione delle condizioni di salute individuali, sia per la sorveglianza epidemiologica a livello di popolazione. Nei vari momenti dell’età pediatrica vanno riconosciuti i parametri normali da quelli spia di una patologia. • Anamnesi familiare, prenatale e perinatale, patologica remota e patologia prossima. • Aspetto fisico generale mediante l’osservazione • Rilevazione di alcune misure: peso statura statura da seduto in alcune circostanze Circonferenza cranica nel primo anno di vita Composizione corporea • Stato puberale • Grado di maturazione biologica solo in alcuni casi • Standard di crescita • Target zone o Target genetico: Questo parametro auxologico è utile per selezionare i bambini con bassa statura familiare, consentendo di effettuare una valutazione del reale potenziale di crescita del bambino, che non può non tener conto della statura dei genitori, visto che la statura è un fenomeno per più del 50% governata da geni (circa 200). [Es. se viene da voi un bambino che ha un’altezza intorno al 10° percentile, cioè statisticamente ci sono 90 bambini più alti di lui e 10 più piccoli di lui, prima di allarmarvi dovete vedere come è la situazione dei genitori. ]. Dal calcolo, emergerà un numero che blottiamo sulla tabella dei percentili e ne valutiamo il potenziale. La statura va anche sempre correlata con la fase dello sviluppo puberale durante la quale si ha una clamorosa accelerata della crescita. SVILUPPO DEL FETO Lo sviluppo del feto umano (sviluppo prenatale) è un processo della durata di circa 9 mesi (o 3 trimestri), i quali sono fondamentali alla crescita degli organi e al perfezionamento della classica morfologia del corpo umano. Esistono due periodi nello sviluppo intrauterino: - periodo embrionale (embriogenesi): comincia nella 1 settimana e dura fino all’8 settimana. Periodo durante il quale ciascuno dei tre foglietti embrionali dà origine ai tessuti e agli organi che da esso derivano. Inoltre, avviene la chiusura del tubo neurale (intorno alla 4 settimana); - periodo fetale: inizia intorno alla 9 settimana. Esso è caratterizzato dalla maturazione dei tessuti e degli organi e dalla rapida crescita corporea. Per esempio: in un feto la lunghezza in totale è di circa 5cm e il peso di 8g, dalla 9 alla 28 settimana si arriva ad un peso di circa 1-1,5 kg, al termine della gestazione (38 settimane) il peso invece è intorno ai 2,5kg. 13Grafico dei percentili utilizzato in ciascun punto nascita per classificare il neonato sulla base del suo peso in correlazione all’età gestazionale in: • SGA (piccolo per l’età gestazionale, < al 10° percentile), • AGA (Adeguato per l'età gestazionale, tra il 10° e il 90° percentile), • LGA (Grande per l'età gestazionale, superiore al 90° percentile). Nel caso di nascita a termine che è tra le 38-42 settimane, il peso è in genere compreso tra 2-2,5kg e 3,5 kg. Con l’aumentare dell’età gestazionale aumenta anche il peso. Se un bambino nasce prematuro (prima di 34 settimane di gestazione), sulla base del peso esso viene ulteriormente classificato in: • LBW (peso alla nascita basso, al di sotto dei 2,5kg), • VLBW (peso alla nascita molto basso < 1-1,5 kg) • ELBW (peso alla nascita estremamente basso < 1kg). Un neonato post termine è un feto partorito dopo l’età gestazionale di 42 settimane. Questa classificazione in base al peso è molto importante perché la sopravvivenza dei neonati prematuri dipende moltissimo dal peso alla nascita. I principali parametri di riferimento per la valutazione di una crescita normale PARAMETRI AUXOLOGICI VALUTAZIONE ANTROPOMETRICA La crescita deve essere misurata con precisione, prestando la dovuta attenzione alla corretta tecnica e al preciso tracciamento dei dati: • PESO – può essere facilmente determinato in modo accurato per mezzo di una bilancia elettronica. • ALTEZZA • CIRCONFERENZA CRANICA – la circonferenza occipito-frontale è una misura del cranio e quindi della crescita cerebrale. La misurazione deve essere eseguita in triplicato ed è di particolare importanza in caso di ritardo dello sviluppo o di sospetto idrocefalo • INDICE DI MASSA CORPOREA – valore che si ricava dal rapporto tra il peso espresso in chilogrammi e l’altezza in metri quadri; il valore ottenuto viene poi tracciato su un grafico dell’indice di massa corporea suddiviso in percentili e specifico per genere per valutare i bambini sottopeso obesi. • SEGMENTI CORPOREI: APERTURA delle braccia , altezza seduta, rapporto altezza/altezza seduta Ci danno informazioni sull'armonia del corpo, poiché il bambino non solo cresce, ma cambia di forma e di proporzioni; nell’adolescente gli arti sono molto più lunghi rispetto al bambino, che presenta gli arti più corti del busto. Nell’adolescente cambiano anche i somatotipi, bambini un po’ più “cicciottelli” possono diventare molto snelli. Queste misurazioni vengono rappresentate segnando un semplice puntino sul grafico di crescita in corrispondenza del centile appropriato. Gli standard di crescita di una popolazione andrebbero costruiti e aggiornati a ogni generazione, in considerazione del fatto che la migliore nutrizione infantile ha stimolato un trend verso una pubertà anticipata e una statura adulta più elevata. Sono oggi disponibili standard di crescita internazionali promossi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per i soggetti di età compresa tra 0 e 6 anni. Questi standard si basano sulla crescita ottimale di bambini sani, allattati esclusivamente al seno fino all’età di 6 mesi. Queste carte di crescita tengono conto del peso inferiore dei neonati allattati esclusivamente al seno, riducendo conseguentemente il numero di bambini allattati al seno che vengono erroneamente etichettati come “sottopeso” e consentendo di identificare più precocemente quei bambini alimentati artificialmente che aumentano di peso troppo rapidamente. PESO 1. Calo ponderale nei primi giorni di vita: 5-10% del peso alla nascita 2. Recupero del peso alla nascita: 7-10 giorni di vita - Peso alla nascita raddoppiato: 4-5 mesi - Peso alla nascita triplicato: 1 anno - Peso alla nascita quadruplicato: 2 anni 3. Pesi medi: - 3,5 kg alla nascita - 10 kg a 1 anno - 20 kg a 5 anni - 30 kg a 10 anni 14
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