L'autoriflessività, Marcello Walter Bruno
L’autoriflessività in Bruno è al contempo principio fondamentale di spiegazione di una molteplicità di fenomeni e concetto dai confini troppo spesso indefiniti e mutevoli; a ben vedere la sua autoriflessività acquista almeno due diverse valenze:
- contestuale: i film si giudicano solo in relazione ad altri film
- intratestuale-sostanziale: ogni film che mette in scena uno sguardo o un corpo attoriale è già di per sé metacinema
Il film operazione vale di più del film opera, l’autoriflessività è un destino dell’immagine e proprio per questo il vero regista è colui che sa raddoppiare l’autoriflessività di base con il plusvalore intenzionale della propria coscienza metacinematografica: egli essendo sempre perfettamente conscio del proprio meta-operare è il miglior critico di se stesso.
Allo stesso modo, il metacritico svetta sopra la comunità degli stupratori, entrando in relazione di simpatia con l’operazione testuale.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Nicola Giuseppe Scelsi
[Visita la sua tesi: "A - Menic / Cinema. Da Dada al Progetto Cronenberg"]
- Università: Università degli Studi di Bologna
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Corso: Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo
- Esame: Storia e metodologia della critica cinematografica
- Docente: Franco La Polla
- Titolo del libro: Il linguaggio della critica cinematografica
- Autore del libro: Claudio Bisoni
- Editore: Revolver Libri
- Anno pubblicazione: 2003
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