Flussi di cassa che non dipendono dalla quantità

- tutti i costi fissi specifici, che prendono il nome di uscite fisse specifiche e costi fissi comuni che prendono il nome di uscite fisse comuni: costi di struttura, costi di politica (no ammortamento).
- Eredità degli esercizi precedenti (parte dal risultato del segmento 1): contiene il valore di realizzo dei crediti e il valore dei fornitori. Il valore dei crediti è un valore dipendente dalla quantità dell’anno precedente.
- Il margine medio diventa margine di cassa unitario, dei prodotti 1, 2 e 3. Il margine di cassa dipenderà dall’entrata variabile unitaria e dall’uscita variabile unitaria. Si tratta di capire in che modo si pone l’entrata variabile unitaria rispetto al prezzo di vendita, è l’uscita variabile unitaria rispetto al costo variabile unitario.
L’entrata variabile unitaria è il movimento di cassa positivo che posso associare a ogni unità di vendita aggiuntiva, l’uscita variabile unitaria è il movimento di cassa negativo che posso associare a ogni unità di vendita aggiuntiva.
L’entrata variabile unitaria sarà tendenzialmente minore o al massimo uguale del prezzo di vendita. Non sarà mai maggiore. In un supermercato l’entrata variabile unitaria sarà uguale al prezzo di vendita, perché incassa tutto nel momento stesso della vendita. L’entrata variabile unitaria può essere pari a 0, ovvero che l’incasso aggiuntivo per ogni unità di vendita in più sia pari a 0. Nel bilancio c’è un segno inconfondibile che permette di capire che in quell’azienda l’entrata variabile unitaria è pari a 0: il valore dei crediti (che include l’IVA) è di molto superiore rispetto al valore del fatturato (che non contiene l’IVA). È la situazione in cui indipendentemente dalla quantità, l’incasso è sempre lo stesso, in questo caso l’azienda impiega tanto tempo per incassare (oltre 360 giorni).