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Stereotipi, pregiudizi e distorsioni percettive


I nostri atteggiamenti la determinano. esigenza primaria per la nostra specie è la lettura quanto più efficiente e veloce possibile della realtà circostante. Per tale motivo il nostro cervello ha bisogno di recepire, ordinare e soprattutto connotare (cioè dare un valore positivo o negativo) gli elementi circostanti. E’, quindi, fondamentale per la nostra struttura cerebrale individuare le distanze, le forme e soprattutto le qualità di un elemento nel più breve tempo possibile(questa capacità per millenni ha garantito la sopravvivenza della specie). Per fare tutto ciò il nostro cervello ha bisogno di schemi mentali che gli permettano di risparmiare tempo ed energie. Ed in questo contesto si inseriscono lo stereotipo ed il pregiudizio. In sostanza, essi sono assolutamente funzionali alla nostra lettura della realtà ed è quindi impossibile non avere pregiudizi. Lo stereotipo è quel meccanismo che ci permette di categorizzare immediatamente un’informazione(es. bionda, alta = svedese). Il pregiudizio le conferisce anche una qualità o valore (es. svedese implica ordinata, precisa….).Pregiudizi e stereotipi sono troppo importanti per farne a meno. Di fatto, il non utilizzo di tali strumenti può portare a patologie psicotiche di discreta gravità. Questo, naturalmente, non vuol dire che sia impossibile, ma che bisogna educarsi e sviluppare strumenti cognitivi alternativi. In poche parole questo è l’obiettivo dell’educazione alla pace. In questo contesto gli errori percettivi che spesso facciamo sono di tre tipi:-

- Attenzione selettiva: vale a dire, io leggo della realtà solo gli aspetti che inverano le mie tesi (se penso che il neoliberismo sia un bene leggerò solo i dati che mi dicono che il PIL sta aumentando, se penso che il neoliberismo sia un male mi basterà vedere ciò che sta succedendo nel mondo…..)
- Memoria selettiva: mi ricorderò solo gli aspetti che inverano la mia tesi
- Distorsione attribuzionale: se c’è qualche aspetto che, in un modo o nell’altro, sembra contraddire le mie tesi darò a questi aspetti una lettura funzionale alla mia tesi( si è vero che 4,8 miliardi di persone lottano ogni giorno per la sopravvivenza ma ciò dipende dal fatto che le ricette neoliberali non vengono applicate correttamente da governi corrotti).

Da questi aspetti si rileva che la lettura della realtà non è univoca e la stessa affermazione che ve ne sia una giusta ed una sbagliata richiede un’analisi estremamente dettagliata.

Tratto da ANTROPOLOGIA CULTURALE E DELL'EDUCAZIONE di Barbara Reanda
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