La gestione del conflitto
Don Milani sosteneva che l’aggressività è una componente umana naturale. Per tale motivo sarebbe stato inutile reprimerla. Quello che, invece, si può iniziare a fare è gestire l’aggressività rendendola un’energia costruttiva piuttosto che distruttiva. Per fare ciò l’educazione alla pace propone un atteggiamento mentale propedeutico alla gestione del conflitto:-
- distaccamento emotivo
- visione cooperativa
- coscienza della non eccezionalità della situazione
- ottica di lungo periodo
Nel conflitto entrano in gioco sempre 5 motivazioni:-
- controllo delle risorse (economiche, sociali o psichiche);
- sistema di valori ( scontri fra culture ed atteggiamenti culturali);
- preesistente relazione di potere;
- sopravvivenza di una delle parti o di entrambe;
- capro espiatorio.
Tali motivazioni possono coesistere ed intrecciarsi, ma è opportuno saper riconoscere qual è prevalente per ogni soggetto coinvolto nel conflitto.
Continua a leggere:
- Successivo: Teoria dell'escalation: ovvero cosa NON fare di fronte al conflitto
- Precedente: Posizioni di fronte al conflitto
Dettagli appunto:
- Autore: Barbara Reanda
- Università: Università degli Studi di Perugia
- Facoltà: Scienze dell'Educazione
- Corso: Pedagogia
- Esame: antropologia
- Docente: P. Falteri
Altri appunti correlati:
- La mente multiculturale
- Elementi di antropologia culturale
- Antropologia in sette parole chiave
- Antropologia Culturale
- Psicologia Sociale
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Identità in fuga nella letteratura popolare americana degli anni Cinquanta
- Antropologia di un disastro alpino: l'alluvione di Garessio del 2020 tra memoria ed esperienza.
- Femminismi Islamici
- La questione linguistica in Ucraina
- Lo Stato Islamico (dell'Iraq). Situazione Conflittuale e prospettive pacificanti
Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.