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L'affidamento a terzi delle responsabilità gestionali e operative

 Per quanto riguarda l'affidamento a terzi delle responsabilità gestionali e operative esistono diverse opzioni attuative, collocabili lungo un continuum, rispetto a tre variabili (grado di autonomia del gestore, relazione tra l'ente e il gestore - contrattuale o istituzionale, livello di concorrenza nei mercati di riferimento):
  
1. gestione diretta: per ambiti limitati dell'intervento pubblico che ne rappresentano il nocciolo duro, come l'elaborazione di politiche, controllo, regolazione, cioè le funzioni di governo
2. ambiti autonomi organizzativi: maggiore snellezza operativa e decisionale, maggiori gradi di libertà e responsabilità (ad esempio i dipartimenti dentro le amministrazioni centrali)
3. agenzie ed enti strumentali: l'ente conferisce la titolarità della gestione di alcune funzioni e servizi, mantenendo comunque un controllo diretto su questi organismi (ad esempio le agenzie regionali operanti nei diversi settori)
4. società di capitali a controllo pubblico: più netta separazione delle responsabilità di indirizzo e controllo da quelle di gestione e attuazione. Sono attività che operano in condizioni di effettiva concorrenza, di solito nella produzione di servizi
5. società miste a minoranza pubblica: la relazione con l'ente pubblico assume una prevalente valenza contrattuale
6. affidamento ad imprese private: ricorso al mercato attraverso i classici meccanismi pubblici di selezione dell'offerta (rapporto di fornitura)
Nessuna di queste opzioni mette in discussione il ruolo dell'ente pubblico relativamente alle scelte di fondo. La scelta di quale opzione seguire dovrebbe essere guidata dalla salvaguardia del bisogno collettivo, combinato con la ricerca di miglioramenti qualitativi e nell'efficienza.

Come vediamo, l'evoluzione è significativa: numerosi soggetti, con varie forme si sostituiscono alla concezione monolitica della burocrazia. Molti ovviamente sono i rischi di comportamenti opportunistici, in nome di interessi particolari, anche a causa del fatto che si tratta di un contesto caratterizzato da una notevole asimmetria informativa. Il tutto dunque a sfavore del soggetto più debole, ovvero il destinatario dei servizi, ovvero i cittadini. Ciò pone la questione fondamentale delle forme di regolazione, sul quale si è sviluppato un ampio dibattito. Nel corso della storia, ai fallimenti del mercato nei confronti dei bisogni collettivi, si è reagito con l'intervento pubblico diretto, che è cresciuto a dismisura per questo motivo, fino all'attuale fase di ridimensionamento. Questa spinta alla privatizzazione però rischia di generare problemi ancora più gravi: si rischia che al monopolio pubblico si sostituisca un monopolio privato. E' per questo che bisogna regolamentare il processo, introducendo elementi di concorrenzialità reale o simulata.

Tratto da MANAGEMENT PUBBLICO di Giulia Dakli
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