La grammatica del montaggio
Abbiamo visto finora i raccordi in modo generico, o tra inquadrature, nell'ambito di una stessa scena. Se osserviamo le cose un po' più da vicino, ci troviamo di fronte al problema dei raccordi tra scene o sequenze; raccordi, cioè, tra inquadrature che si riferiscono a spazi e luoghi diversi e che si possono utilizzare secondo diverse modalità tecniche. Il montatore ha a disposizione una serie di raccordi tutti ampiamente collaudati sul piano della tecnica e codificati su quello delle funzioni e dei significati: essi possono essere il puro e semplice stacco, oppure possiamo parlare di: dissolvenza in apertura, incrociata, con uso di mascherine o tendine. Questi raccordi possono essere considerati veri e propri segni di punteggiatura, di macropunteggiatura, in quanto hanno una funzione analoga agli spazi bianchi tra un paragrafo e un altro o tra i vari capitoli di un libro. Spesso tuttavia gli effetti ottici di questo tipo mantengono o assumono, al di là della convenzionale e codificata funzione di segni di punteggiatura, un valore e un significato più complessi e più difficili da definire, tant'è vero che Metz li ha presi a pretesto per studiare le modalità di percezione e i rapporti tra linguaggio cinematografico e i meccanismi e le configurazioni dei sogni.
Naturalmente non sono solo i segni di interpunzione a definire i valori ritmici di un film, anche se è immediatamente intuibile il diverso effetto prodotto dalla prevalenza dei raccordi per stacchi o per dissolvenze. Il ritmo è uno degli effetti prodotti da tutto l'insieme delle operazioni relative al montaggio e la sua funzione è parimenti importante non solo nel cinema non narrativo ma anche in quello narrativo. Ai valori ritmici del montaggio furono particolarmente attenti i registi del cinema muto, anche se con diverse motivazioni: Griffith per rendere meglio l'incalzare drammatico dell'azione; Pudovkin per illustrare in chiave epico – sinfonica le grandi vicende storiche; Eizenstejn per ottenere la scansione dei più complessi e articolati percorsi del montaggio intellettuale, da lui teorizzato e praticato.
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Cagliari
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia e critica del cinema
- Docente: Stefania Rimini
- Titolo del libro: Saper vedere il cinema
- Autore del libro: Antonio Costa
- Editore: Bompiani
- Anno pubblicazione: 1985
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