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"Quarto potere". Il racconto del maggiordomo



Thompson si reca a Xanadu per incontrare il maggiordomo Raymond. Questi ha vissuto con Kane per gli ultimi undici anni della sua vita e sostiene di sapere cosa sia Rosebud. Per ottenere tale informazione però Thompson dovrà pagare mille dollari il maggiordomo Raymond per la sua storia.
Il racconto di Raymond inizia esattamente dove si era concluso quello di Susan, ovvero con la dipartita della donna da Xanadu. Kane è in preda ad una furia incontrollata, ma anche un po’ goffa per via della fatica e della lentezza, unite alla rabbia, con cui scaglia a terra oggetti e cerca di distruggere la camera di Susan. Improvvisamente Kane si ferma e osserva una palla di vetro al cui interno si trova una casetta innevata. È la stessa palla di vetro con la stessa casetta innevata che abbiamo visto all’inizio del film, poco prima della morte di Kane. L’uomo prende in mano la palla di cristallo, si calma e si commuove: in quel momento pronuncia la famigerata parola Rosebud. A questo punto si incammina per i corridoi della sua magione, dominati da enormi specchi che riflettono la sua immagine e la moltiplicano. Con tale gioco di specchi Welles vuole sottolineare per l’ennesima volta la personalità complessa di Kane, la sfuggevolezza del suo io più profondo, ma al tempo stesso riesce anche ad amplificare il senso di opprimente e enorme solitudine che attanaglia l’uomo, perso nei meandri di una casa enorme, vuota, fredda e senza amore.

Tratto da "QUARTO POTERE" E IL CINEMA DI WELLES di Marco Vincenzo Valerio
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