Il termine stile nella storia dell'arte

È sintomatico che la parole stile sia entrata prepotentemente nel vocabolario delle arti plastiche a partire dalla fine del XVII secolo. Questa sua immensa fortuna nel campo della critica e della storia dell'arte è legata al problema dell'attribuzione e dell'autenticità delle opere, sempre più centrale con lo sviluppo del mercato dell'arte. Lo stile è così diventato un valore commerciale; la identificazione di uno stile è legata ormai una stima quantificabile, un prezzo. Lo stile ormai dipende da minuzie che consentono di identificare un artista. Il modello cinegetico torna così alla ribalta.
Lo stile come cultura. È una cultura nel senso sociologico e antropologico che il tedesco (Kultur) e l'inglese, più di recente il francese, hanno dato a questo termine per riassumere lo spirito, la visione del mondo propria di una comunità indipendentemente dalla sua dimensione, dalla sua Weltanschauung. La cultura corrisponde a ciò che nel XIX secolo gli storici chiamavano l'anima di una nazione, o la razza, nel senso filologico del termine, come insieme della lingua e della manifestazioni simboliche di un gruppo. La nozione di stile indica
quindi un valore dominante, un principio di unità, una sorta di “aria di famiglia” che caratterizza una comunità nel complesso delle sue manifestazioni simboliche.
Insomma, è chiaro come lo stile, lungi dall'essere un concetto puro, è in realtà una nozione complessa, ricca, ambigua, molteplice. Non si spoglia delle precedenti accezioni, anzi, ne acquista sempre più di nuove, accumulandole e accogliendole tutte: norma, ornato, variazione, tipo, sintomo, cultura; vogliamo dire tutto questo, in momenti diversi o simultaneamente, quando parliamo di stile o di uno stile.