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I rapporti tra gli alleati e il nemico comune

Cesa esamina i rapporti tra gli alleati e il nemico comune: 
Proposizione teorica 
Nelle alleanze omogenee, le 2 parti valutano positivamente l’adozione di una politica congiunta nei confronti del nemico ⇒ l’importante è muoversi insieme. 
Poiché in un rapporto asimmetrico è strutturalmente indotto a temere l’abbandono, l’alleato minore corre il rischio di rimanere intrappolato ⇒ tanto per evitare l’abbandono, quanto per scongiurare l’intrappolamento, l’alleato minore è predisposto a trovare una qualche conciliazione con il nemico comune, se questi si mostra meno aggressivo ⇒ se il garante adotta una politica di riavvicinamento nei confronti del nemico, l’alleato minore lo segue. 
MA se è l’alleato minore che fa propria una linea di accomodamento con il nemico, il garante è scontento, perché teme che il loro riavvicinamento svuoti l’alleanza di ogni significativo contenuto. 
Se l’obbedienza dell’alleato minore è una funzione della protezione accordata dall’alleato maggiore, quando la seconda viene meno, anche la prima cessa. 

Gran Bretagna e Province Unite 
Le Province Unite seguono la Gran Bretagna sia quando questa si allea con la Francia (1716-1731), sia quando le 2 grandi potenze si trovano ancora a combattersi in occasione della guerra di Successione austriaca. 
Nel 1733, la repubblica olandese coglie in contropiede l’alleato inglese, dichiarando la sua neutralità allo scoppio della guerra di Successione polacca ⇒ questa volta sono gli inglesi che si adeguano, rimanendo a loro volta neutrali. 
Dopo la morte del Re Sole, i francesi metteranno in atto una politica di riconciliazione nei confronti delle Province Unite ⇒ gli olandesi, raccogliendo le aperture che vengono dalla Francia, riescono spesso a sottrarsi al dilemma della sicurezza delle alleanze (abbandono-intrappolamento). 
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La Gran Bretagna, che non è disposta a perdere il controllo sull’alleato, spesso reagisce alla distensione franco-olandese opponendosi esplicitamente alle iniziative che ne sarebbero lo strumento, con il ricatto commerciale, o cercando di forzare la mano invocando l’applicazione del trattato anche quando non ne sussistono le basi. 
La dichiarazione di neutralità olandese del 1756 è infatti il logico sviluppo di un processo che dura da poco meno di 10 anni e che vede una Francia sempre meno minacciosa per le Province Unite, e una Gran Bretagna sempre meno interessata alla difesa dei Paesi Bassi. 

Il processo che giunge a compimento nel maggio 1756 può essere interpretato, secondo Cesa, come un cambiamento tanto marcato nel sistema relazionale degli alleati da significare una trasformazione del loro rapporto da omogeneo ad eterogeneo: la causa comune si è progressivamente affievolita e le cause particolari sono emerse sempre più prepotenti, da ambo le parti ⇒ all’opportunismo commerciale olandese, che si nutre ora della sicurezza nei confronti di un’aggressione francese, si contrappongono la crescente riluttanza britannica a farsi carico dei costi della difesa di un alleato così inaffidabile, riottoso e inefficace, e la ricerca di un nuovo punto di appoggio continentale, ora che una nuova guerra in Europa sembra imminente. 
MA l’eterogeneità, per quanto latente da molti anni, trova la sua più evidente manifestazione nel mutamento della rispettiva posizione dei 2 alleati nei confronti del nemico comune, con il quale una parte si accorda e l’altra invece combatte. 
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Laddove non vi è più bisogno di protezione, non vi è più neppure obbedienza: reciso questo legame, l’alleanza di garanzia non esiste più. 
Mentre in precedenza la leadership britannica tendeva a risolversi in iniziative e soluzioni che presentavano innegabili vantaggi per l’alleato minore, ora esse promettono solo svantaggi. E dal momento che le Province Unite possono rassegnarsi e fare a meno dei servizi offerti dall’alleato, esse si sottraggono al suo potere. 
NB: questo non significa che la Repubblica olandese passa dall’alleanza con la Gran Bretagna ad un rapporto privilegiato con la Francia: infatti, schierarsi decisamente dalla parte francese comporterebbe sfidare la potenza navale della Gran Bretagna, con danni incalcolabili per il commercio e senza possibilità di essere difesi in modo adeguato dalla Francia ⇒ rimane un limite ben preciso, la neutralità, oltre il quale le Province Unite non si possono spingere; e quando lo faranno, 25 anni più tardi, si troveranno immediatamente in guerra con il vecchio alleato. 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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