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Janet Murray sull'era digitale



Janet Murray in uno studio del 97 ha cercato di esplorare le possibilità espressive degli ambienti digitali. Le interessa il presente. Così prefigura un'arte narrativa elettronica basata su 4 proprietà del medium digitale: proceduralità (un software che segue regole), partecipazione (il software ci consente di interagire), spazialità (rappresentare il movimento nello spazio) ed enciclopedismo (crescita delle memorie e delle banche dati). Queste 4 proprietà permeano ipertesti e simulazioni (videogiochi). Poi analizza le basi di mud e videogiochi, e parla di immersion=immersione=lasciarsi trasportare dal gioco; agency=desiderio o impulso di agire; transformation=desiderio di mutare forma o identità dei personaggi (vedi le mutazioni dei pokemon). Ma secondo la Murray mud e gichi mancano di alcune componenti del godimento estetico. Questo dipende da meccanismi procedurali progettati dall'autore. Comunque l'autore sostiene che lo sforzo di adattare categorie specifiche della narrativa a nuovi linguaggi è forse condannato all'insuccesso.. La Murray prevede che i futuri narratori avranno le competenze dello storyteller e dell'informatico. Avvisaglia di tale fusione sono i software intelligenti come i chatterbot, personaggi costruiti dai prpgrammatori e che gli utenti scambiano per partecipanti reali. La Murray comunque si auspica che tali ambienti si possano evolvere in un genere espressivo diverso e alternativo alla narrativa tradizionale e al teatro. Castelfranchi ci ricorda comunque che le macchine ormai son passate all'intelligenza sociale. Espen Aarseth parla di letteratura o arte ergodica, ovvero opere elettroniche prodotte da qualche tipo di sistema cibernetico tipo una macchina che opera come un meccanismo di risposta continuo, generando una diversa sequenza semiotica ogni volta che è azionato. Tali testi si creano interagendo con il lettore grazie a pattern creati dal programmatore. E' comunque difficile valutare queste nuove forme di comunicazione perchè sono in perenne stato di metamorfosi. E' impossibile studiarle come oggetti storici, come fa l'analisi critico-filologica che si basa su lingua e letteratura (oggetti relativamente stabili). Ma i siti web e le tecnologie si evolvono nell'arco di pochissimo, e dunque anche i linguaggi dell'analisi devon sapersi adattare.

Tratto da SCRITTURA NELL'ERA DIGITALE di Dario Gemini
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