La filologia come modello pedagogico
La filologia come modello pedagogico
FILOLOGIA E MODELLI PEDAGOGICI: IL RECUPERO DEL PASSATO COME AUTORIZZAZIONE DEL PRESENTE. La filologia intesa come disciplina storica è costretta da sempre a districarsi nella sua problematicità costitutiva: da un lato essa è ricostruzione di un passato e introduce una distanza tra osservatore e oggetto; dall'altra, in coerenza con l'assunto crociano che vuole che ogni storia sia storia contemporanea, rappresenta con scrupolo la presenza dell'oggetto.
È indubbio che sia sempre esistito un rapporto preciso tra edizione dei testi e diverse concezioni della verità. Il problema della veridicità interviene nella cultura occidentale tra III e IV sec. d.C. con san Girolamo, consapevole delle numerosissime varianti del NT. Aspetteremo poi il Trattato teologico – politico del 1670, scritto da Baruch Spinoza, per assistere alla inaugurazione di un metodo storico – filologico della scrittura che proponga una diversa lettura dei testi biblici in aperto contrasto con la esegesi patristica. Con Spinoza si passa dalla ricerca della verità alla ricerca della verità del senso. Ciò che deve essere perseguito e ricostruito è il senso testimoniato non da un assunto aprioristico (la verità, sottesa nel testo) ma dalla stessa scrittura. Naturalmente l'indagine non potrà prescindere dall'intenzione dell'autore e dal contesto storico del testo.
L'attenzione alla verità della parola, vissuta come ricostruzione oggettiva delle intenzioni dell'autore, comporta, in alcuni momenti storici, la riflessione consapevole sul senso della storia, sulla lezione del passato intesa come premesse indispensabile alla costruzione dell'identità dell'uomo nuovo e del suo mondo. Due esempli emblematici furono l'Umanesimo e il primo Settecento.
Nel 1416 la scoperta del testo integrale dell'Institutio oratoria di Quintiliano, e nel 1421 del De Oratore ciceroniano, incrina l'equilibrio del sistema medievale della artes, legando definitivamente l'arte della parola alla pedagogia, all'educazione civica, alla coscienza sociale e politica, sostenuta dalla fede in un mondo in cui l'uomo può sempre intervenire, determinandone le forme d'uso più convenienti. Con la filologia umanistica si instaura un nuovo canone, che assume la parola umana nella sua integrità, nell'uso corretto che vuole riflettere la libera conversazione civile. L'insegnamento retorico è di nuovo incluso in una dimensione schiettamente pedagogica, come strumento di formazione in cui la parola, con la sua potenzialità comunicativa, è in grado di raggiungere l'uomo e trasmettere semi di trasformazione e civilizzazione. Qualcosa di molto simile avverrà nel 1700.
CRITICA DELLE VARIANTI, EDIZIONI DI TESTI E IMPLICAZIONI PEDAGOGICHE. La filologia, quando può, forza la staticità del testo, lo fa aperto e dinamico, e lo ripropone nel tempo. Lo studio dell'elaborazione del testo, del suo farsi, presuppone l'idea di mobilità potenziale, che autorizza una sorta di pedagogia del testo, per dirla come Contini, laddove la versione definitiva di un'opera non è che uno spaccato casuale, una sezione dell'infinitudine elaborativa dell'autore.
Alla base della vasta produzione di edizioni con varianti si ravvisano spesso motivazioni pedagogiche, perché la grandezza dell'autore è orazianamente riconosciuta nell'accanimento del suo impegno, e il filologo intende rappresentare fisicamente la genesi testuale di un capolavoro. Non di rado la storiografia di un autore può essere riconsiderata e mutare addirittura orientamento con il ritrovamento di inediti o comunque di testi di cui per secoli si ignorava l'esistenza. Facciamo l'esempio del Pinocchio di Collodi o della Consultatio Catholica di Comenio, opera quest'ultima che ci ha restituito l'immagine di un intellettuale ancora più complesso e attuale di quanto non riferisse il suo profilo di pedagogista impegnato a dare solidi fondamenti a questa disciplina.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Gherardo Fabretti
[Visita la sua tesi: "Le geometrie irrequiete di Fleur Jaeggy"]
[Visita la sua tesi: "Profezie inascoltate: il "Golia" di Giuseppe Antonio Borgese"]
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia della pedagogia
- Docente: Prof.ssa Antonia Criscenti
- Titolo del libro: La storiografia dell'educazione
- Autore del libro: Luciana Bellatalla - Paolo Russo
- Editore: Franco Angeli
- Anno pubblicazione: 2005
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