Sartori e le sette classi di partito
Sartori e le sette classi di partito
Le classi complessivamente individuate da Sartori sono sette: monopartitismo, sistemi a partito egemonico, sistema a partito predominante, bipartitismo, multipartitismo moderato, multipartitismo estremo, sistemi atomizzati (si vada la tav. 3). Anche in questa classificazione uno spartiacque cruciale è costituito dai sistemi di partito competitivi e non competitivi (quindi non democratici),di questi ultimi fanno parti
1)i sistemi monopartitici (come i partiti comunisti che ancora oggi esistono), e i sistemi con partito egemonico : tollerano la presenza di altri partiti in parlamento, ma in pratica sanno di ottenere solo una presenza simbolica. Sono i cosiddetti partiti Stato. Tornando ai sistemi di partito competitivi,iniziamo 1)col sistema a partito predominante: qui c’è un partito che in una lunga serie di elezioni libere e competitive, ottiene un numero alto di seggi,non necessariamente la maggioranza assoluta ma comunque tale da permettergli di governare da solo(non è questo il caso della DC italiana che anche se ha preso per molti anni molti seggi, non ha mai governato da sola, se non per brevi fasi, ma ha sempre preferito governare in coalizioni multipartitiche.
2) Sistemi bipartitici: a volte li si potrebbe confondere con sistemi multipartitici, ma se is guarda al loro funzionamento , dove , ci sono sempre 2 partiti , gli stessi, in grado di conquistare la maggioranza dei seggi, e di governare alternativamente da soli, avremo sistemi bipartitici come quello inglese.
3) sistemi partitici atomizzati: Sono quei sistemi partitici non stabili nei quali nessun partito conquista percentuali consistenti di voti e nessun partito mostra di poter durare e crescere nel tempo. Prima che un sistema partitico atomizzato si trasformi e si stabilizzi attorno ai 5-6 partiti che promettano di durare nel tempo, dovranno intercorrere almeno 3-4 tornate elettorali.
4)Sistemi multipartitici limitati ed estremi: Qui la linea divisoria passa fra i sistemi che hanno da 3 a 5 partiti rilevanti, e i sistemi che hanno più di 5 partiti rilevanti per la formazione di governo e per l’incidenza che hanno sui governi. I sistemi multipartitici limitati, funzionano con una logica moderata e centripeta e producono alternanze con la possibilità per tutti i partiti rilevanti di accedervi è un sistema di pluralismo moderato (come lo definisce Sartori). Mentre totalmente diversa è la logica dei sistemi multipartitici estremi a pluralismo polarizzato. L’alternanza appare qui impraticabile e non praticata (caso dell’Italia dal 45 al 93). Nel pluralismo polarizzato la competizione è centrifuga, poiché i partiti collocati agli estremi dei poli cercano di crescere svuotando il centro dello schieramento , le opposizioni sono solitamente irresponsabili, e il regime politico a basso rendimento. Le tensioni a cui è sottoposto un sistema politico del genere rischia il collasso ,che in Italia si è riuscito ad evitare (fino al 93) per via del fatto che al centro c’era un partito di notevoli dimensioni ,( quindi difficile da svuotare in favore dei partiti estremi); e per il fatto che il partito comunista aveva un comportamento meno irresponsabile (che gli attori estremi solitamente hanno), perché interessato alla sopravvivenza del regime democratico.
Le trasformazioni dei sistemi di partito
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