Innovazione e concorrenza: la distruzione creatrice
La concorrenza può essere intesa come:
- Neoclassici: numero elevato di piccole imprese, prodotto identico (massima sostituibilità per il consumatore) ed uguale possibilità di attingere ai fattori di produzione, prezzi identici (se si aumenta il prezzo si perdono clienti, se si diminuisce lo fanno anche gli altri); tutto ciò rende la concorrenza massima, nessuna impresa può ottenere un vantaggio monopolistico sulle altre;
- Classici: intesa come rivalità strategica tra soggetti economici. Negano la teoria dei neoclassici sostenendo che se nessuna impresa può danneggiare o essere danneggiata da altre, non vi è rivalità, ognuna assume un comportamento passivo. L’omogeneità non conduce alla concorrenza, è la diversità che lo fa, cioè la possibilità per uno dei concorrenti di acquisire un vantaggio su un altro. La rivalità si sostanzia dunque per la conquista delle preferenze della domanda, che può verificarsi solo se tra le varie offerte vi siano diversità apprezzabili. Perciò la concorrenza di manifesta essenzialmente nella differenziazione dei prodotti (anche tramite pubblicità, dislocamento territoriale, ecc.) per ottenere vantaggio competitivo (raggiungimento degli obiettivi a scapito degli avversari). Tuttavia ciò provoca un vantaggio stabile solo in assenza di progresso tecnico, cioè solo nel breve periodo; nel lungo periodo la concorrenza si manifesta tramite nuova merce, nuova tecnica, nuova fonte di approvvigionamento, nuovo tipo organizzativo, che determina un vantaggio decisivo di costo e qualità e incide non sui margini di profitto e sulla produzione, ma sulle fondamenta delle imprese, al fine di ottenere un vantaggio concorrenziale durevole, finché una successiva innovazione non sconvolge nuovamente la situazione (Schumpeter: l’economia si regge sullo squilibrio, creato dall’imprenditore e dall’impresa, e non sull’equilibrio; l’impulso fondamentale che dà vita al capitalismo è l’innovazione, che distrugge e crea continuamente il vantaggio competitivo: la distruzione creatrice). Questo tipo di concorrenza si verifica non solo quando vi siano mutamenti effettivi, ma anche quando ve ne siano le minacce.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Moreno Marcucci
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- Università: Università degli Studi Roma Tre
- Facoltà: Economia
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