Il trasferimento di tecnologia

Con l’innovazione e la globalizzazione l’obsolescenza diviene sempre più rapida, aumentano costi e tempi di sviluppo di nuovi prodotti, sorge la necessità di abbreviare i tempi tra invenzione e applicazione, e massimizzare l’utilizzo della propria tecnologia; c’è necessità, per l’impresa, di valorizzare al massimo le tecnologie disponibili. Nemmeno la grande impresa riesce a gestire senza difficoltà questa sfida, serve un business internazionale delle tecnologie, che può essere ricondotto a due possibilità (complementari più che alternative: spesso le piccole e medie imprese scelgono posizioni intermedie): intensificare la ricerca interna (make. Vantaggi: più facile diffusione dei risultati; arricchimento che può divenire presupposto per altre innovazioni; vantaggio competitivo; assenza di vincoli di gestione o commercializzazione. Svantaggi: investimenti elevati; costi non sempre preventivabili; incertezza sul perseguimento degli obiettivi in tempi utili) o acquistare tecnologia all’esterno (buy. Vantaggi: minori investimenti; più attendibili previsioni su costi e tempi; preventiva valutazione del rischio. Svantaggi: incerta disponibilità, sul mercato, della tecnologia di interesse; dipendenza da chi fornisce la tecnologia; costi per acquistarla; problemi connessi al trasferimento).
Acquisizioni, cessioni e scambi di tecnologie rappresentano il “trasferimento delle tecnologie”, non solo high-tech, anche settori tradizionali e commodities, e non solo le grandi imprese; si scambiano le tecnologie “esclusive”, disponibili ad un numero limitato di soggetti (in monopolio di diritto (brevetto) o di fatto (informazioni segrete sulla tecnologia anche in assenza di brevetto, ossia il know-how)), che agisce da propulsore dello sviluppo economico e accelera l’internazionalizzazione.