Politiche dei processi d’innovazione d’impresa a confronto nei maggiori Paesi europei

Due tipi di spinte all’innovazione, negli anni 60, 70 e 80, per le imprese europee: esterne (spese pubbliche in R&S, globalizzazione, politiche industriali e dotazioni infrastrutturali) ed interne (miglioramento del ciclo produttivo e flessibilità).
Anni 60: politiche nazionali con orientamento prevalentemente settoriale con supporto alle imprese nazionali, sostegno alle associazioni di ricerca, convenzioni tra industria e Università. Francia: sostegno a grandi imprese e grandi progetti nazionali. Germania: razionalizzazione dei mercati, riduzione dei costi sociali, creazione di rete di centri di ricerca pubblici e privati. Italia: interventi garantisti e assistenziali, come credito agevolato (contributi a fondo perduto).
Anni 70: progressi nell’innovazione con comitati interministeriali di coordinamento e agenzie per il trasferimento delle tecnologie, accordi tra Governi ed imprese, strumenti fiscali per favorire l’innovazione. Francia: sostegno a grandi progetti. Regno Unito: sostegno alla grande industria in crisi e ai settori delle ICT e biotecnologie. Germania: sostegno all’elettronica e salvataggio di grandi gruppi in crisi. Italia: riconversione e sviluppo industriale.
Anni 80: la globalizzazione rende le imprese europee attente alla cooperazione a livello sia comunitario che internazionale. Francia: prima nazionalizza i grandi gruppi industriali e bancari, poi cambia e privatizza per favorirne l’espansione. Regno Unito: sostegno ai gruppi industriali privati, ai progetti innovativi di piccole e medie industrie. Germania: modernizzazione e informatizzazione della struttura industriale. Italia: innovazione non solo tecnologica, anche finanziaria e organizzativa.
L’Italia è in ritardo nei settori delle alte tecnologie, ma ha quote del commercio mondiale doppie di quelle degli altri settori nel settore tradizionale (tessile/abbigliamento, domestico/abitativo, prodotti personali).