L’Atene di Pericle (V secolo)
Mentre andavano maturando le condizioni per la guerra con Sparta, Atene viveva il suo periodo di maggior gloria. Enormemente cresciuta economicamente e politicamente dalla fine della seconda guerra persiana, la città era ormai diventata il centro culturale di tutto il mondo greco. Era un po’ la Parigi del ’68: da ogni dove vi accorrevano filosofi, artisti, ricchi giovani e avventurieri, che attirati dal clima libero della città e dalla presenza in essa di tutti i più grandi pensatori del tempo e dei più ambiti (e costosi) maestri, intendevano istruirsi, divertirsi e confrontarsi con essi. Anche Democrito, uno dei più grandi filosofi dell’antichità, originario della Tracia, dopo aver viaggiato per mezzo mondo, scelse di fermarsi un moneto ad Atene, pur non essendo considerato dagli ateniesi. Lo stesso per Anassagora, che invece visse molto a lungo ad Atene, diventando amico di Pericle e del circolo di intellettuali che ruotava attorno all’amante di questi, Aspasia.
L’Atene del V secolo vide Socrate camminare per le sue strade e fermarsi a discutere nell’agorà, cercando di convincere schiere di sofisti che la verità è una e va ricercata con sincerità. Era un’Atene democratica, in cui i sofisti affermavano che l’uomo è misura di tutte le cose e in cui insegnavano la retorica ai giovani rampolli delle famiglie aristocratiche. Era un‘Atene in pieno rigoglio artistico: oltre a poesia, pittura, scultura, anche il teatro: Eschilo, Sofocle e Euripide, i tre grandi della tragedia, vissero tutti durante il V secolo.
I dettagli del pensiero ateniese dell’età di Pericle sono meglio trattati nel Capitolo 3 degli appunti di Filosofia greca, che si occupa dei sofisti e nel 4, che affronta Socrate (oltre al 2.7 dedicato a Democrito); ciò che ora è importante è sottolineare che l’Atene del V secolo abbatté definitivamente ogni dogmatismo, sviluppando definitivamente il germe del relativismo e dell’ateismo, che da quel momento in avanti rimarrà un tema costante, nel bene e nel male, della Civiltà occidentale. E secondo, che l’Atene del V secolo, con il suo straordinario sviluppo democratico, offrì anche il primo esempio generalizzato di demagogia e di democrazia come ‘governo dei mediocri’, e ciò senza nulla togliere a Pericle, che era un genio e che operò mirabilmente nel contesto nel quale si trovò a vivere, che proprio per questi motivi aveva necessità di uno statista come lui.
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