La visione: spaesamento cognitivo e tensione interpretativa
La visione: spaesamento cognitivo e tensione interpretativa
Semplificando molto il campo semantico che il termine “visione” ricopre, possiamo attribuirgli due generali versanti di significazione: a) certificazione del reale, atto di percezione della realtà; b) eccesso dal reale, stato straordinario della percezione visiva, superamento dei limiti della vista ordinaria.
In Twin Peaks lo sguardo dello spettatore ha accesso ad entrambi i mondi paralleli (naturale e soprannaturale). Esso viene suggestivamente qualificato (e perché no, modalizzato) dalla rivelazione dello spirito Mike, il quale spiega come solo gli eletti e i condannati possono vedere Bob (Da puntata). Del resto poi, tale accessibilità dello sguardo all’ultra terreno è molto spesso mediata attraverso installazioni proiettive su alcuni personaggi (Maddy, Sarah Palmer, Cooper) che pur “eletti”, dati i loro poteri paranormali, finiranno nondimeno condannati. Lo spettatore si ritrova a condividere con tali personaggi allucinazioni e visioni oniriche che gli donano un sapere che, pur ammesso in quanto informazione narrativa, viene sospeso in quanto a credenza; ne viene perciò bloccata l’assunzione (aderire: sanzione di un dover essere). È un regime cognitivo che potremmo definire di incredulità, ma che lascia spazio sia alla continuazione della ricerca cognitiva, sia all’attivazione della paura (visioni della figura “bestiale” di Bob).
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