Il montaggio delle sequenze di Twin Peaks
È il momento di soffermarci anche sul montaggio delle sequenze di Twin Peaks. Possiamo riscontrare come con una certa frequenza, i legami sin tattici tra sequenze siano spesso fondati sull’analogia e sul contrasto figurativi e narrativi. Un esempio molto significativo è l’inquadratura della mano di Cooper mentre posa una pedina su di una scacchiera, accostata a quella delle gambe di Shelly, mentre questa sta camminando su un pavimento a scacchiera (P. 22): all’analogia figurativa corrisponde un’analogia tematico-narrativa (Pete viene assoldato da Cooper per giocare una partita a scacchi contro Windom Earle, la cui posta in gioco è legata alla vita di tre ragazze Donna, Audrey e Shelly, le quali verranno uccise da Windom nel caso riesca a soffiare la regina a Cooper). Da rilevare, inoltre, come il legame sin tattico riguardi due dettagli (la mano, le gambe). Ciò segnala un altro procedimento estesamente attuato in Twin Peaks, quello di iniziare una sequenza con un dettaglio che lasci celate le coordinate spazio-temporali e che risulti spesso dissonante rispetto allo sviluppo narrativo. Un finto cono gelato gigante, un lampadario kitsch composto dalle corna di un cervo su cui sono disposte finte candele, l’accensione di una sigaretta, dei totem indiani, eccetera, sono tutti elementi che sconcertano lo spettatore nella loro irruzione improvvisa e ingiustificabile. Per un attimo vi è “la perdita di una visione globale, di un percorso razionale”. A volte, il disorientamento dello spettatore è uno smarrimento tra mondi paralleli, i quali prevedono diversi sistemi di razionalità.
È bene ritornare a questo punto sulla giustapposizione di punti di vista esclusivi (sguardi su mondi diversi), integrabili solo in extremis sul1’orlo di una totale derealizzazione del discorso. Essi sono in relazione con le brusche alternanze di proiezioni e reiezioni passionali, interruzioni e trasformazioni dei percorsi passionali dell’enunciatario. Ciò che viene salvaguardato continuamente è l’intensità del passionale: stati d’animo forti e stimolati, “una vera e propria mobilitazione di quella categoria mentale che oppone, alle certezze cadute, una più o meno estesa, dilatata tensione capace di inglobare tutto senza optare per scelte preordinate, di accettare molteplici soluzioni”.
Parallelamente, si mantiene l’asse della ricerca investigativa, un punto di vista integratore in continua tensione cognitiva per ricostruire una verità. Ma vi è anche una tensione tra i due assi (ricerca investigativa e spaesamento cognitivo), visto che la riunificazione di punti di vista (da una parte) e la moltiplicazione vorticosa e sempre più irresolubile di informatori e osservatori (dall’altra), funzionano come gli estremi di un elastico. Del resto, però, la tensione interpretativa è vanificata dall’indietreggiare e dall’approfondirsi del segreto (elevato a mistero o sottratto nell’occulto), dall’emergenza di una irrazionalità e di paralogismi sempre più vacui.
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