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Logica in Mill. Termini denotativi e connotativi



La logica per Mill è la scienza della prova e dell’evidenza. Essa non si occupa della verità delle cose che ci vengono date immediatamente, come le sensazioni corporee, ma si occupa di verificare l’esattezza delle conoscenze derivate, ossia della connessione tra più proposizioni all’interno di un ragionamento. Essa allora si preoccupa di sistemare i dati dell’esperienza in forma scientifica. È da questo che si capisce come Mill aderisca sia all’empirismo che al positivismo. La prima operazione logica in assoluto che va fatta è quella della denominazione ossia l’assegnazione di nomi ai dati empirici. Il linguaggio prima ancora che strumento di comunicazione, disclipina il pensiero secondo Mill da questa concezione deriva la famosa distinzione tra termini denotativi e connotativi. Si “denota” quando un termine indica semplicemente un oggetto, senza alcun riferimento alle sue proprietà o attributi. Sono invece termini connotativi quelli che fanno riferimento ad uno o più attributi (bianco, razionale, etc..); ma sono connotativi anche i nomi comuni come ad esempio “uomo” perché oltre a definire i singoli esseri umani, implica anche le loro qualità (la razionalità, la corporeità) che appartengono loro in quanto uomini.  Questa distinzione è importante non solo per i nomi ma anche per le proposizioni; Mill infatti distingue le proposizioni verbali che sono quelle nelle quali il predicato ripete ciò che è già implicito nel soggetto (l’uomo è un animale razionale => la razionalità è già caratteristica dell’uomo), dalle proposizioni reali dove il predicato aggiunge delle qualità al soggetto.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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