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Etica in Abelardo. Consensus animi



In morale Abelardo mette in luce il ruolo della conoscenza come sorgente dell’intentio o consensus animi. L’anima umana sarebbe teatro di impulsi che sono involontari e istintivi, e quindi premorali, la moralità sorge nel momento in cui la conoscenza dà il suo consenso. Gli atti morali si qualificano dall’interno, per l’intenzione di che opera. Comprendiamo dunque che Abelardo distingui il piano dell’istintività da quello coscienziale e razionale. Il primo è premorale, il secondo è morale. L’accettazione dell’elemento intenzionale come fattore determinante della vita morale, ha in Abelardo un triplice obbiettivo: Il primo è rappresentato dal bisogno di interiorizzare la vita morale. Il secondo obbiettivo che Abelardo persegue è costituito dalle persuasioni che in nostro corpo non è inquinato dalla concupiscenza, quindi di per sé non abbiamo in noi niente di peccaminoso, se non in conseguenza dell’adesione volontaria alla loro sollecitazione. Il terzo è di contrastare lo stile diffuso del giudizio sempre pronto e facile nei riguardi del prossimo.

Tratto da LA FILOSOFIA NEL MEDIOEVO di Carlo Cilia
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