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Anselmo e "Cur Deus homo". Risposte agli infedeli


Nel Cur Deus homo Anselmo ribadisce ancora una volta l’intendimento di approfondire i contenuti della fede cristiana servendosi della ragione. L’Autore afferma che gli scopi fondamentali dell’opera sono due, uno per ogni libro di cui essa consta: il primo contiene le risposte alle obiezioni alla fede cristiana di quegli infedeli che la ritengono in contraddizione con la ragione; il secondo libro mostra che è necessario che quanto i fedeli credono intorno al Cristo si realizzi. Anche in questo caso allora va notata l’insistenza con la quale Anselmo cerca un canale di comunicazione tra fedeli e infedeli. Se gli infedeli per mancanza di fede, si appellano alla ragione credendo che essa sia l’unico strumento in grado di portare l’uomo alla verità, in realtà non sanno di avere con i cristiani in comune la cosa più importante: la ratio appunto. Per cui anche i cristiani come in non cristiani sono accomunati secondo Anselmo dall’uso della ragione come strumento per la scoperta della verità. Il punto di partenza del percorso argomentativo di Anselmo è quindi costituito da una serie i supposizioni che prescindono dalla fede sull’incarnazione di Dio.

Tratto da LA DOTTRINA DEI TEOLOGI di Carlo Cilia
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