Differenza tra Anselmo e Pier Damiani
Ora la differenza molto sottile che sta tra Pier Damiani e Anselmo consiste in due fattori fondamentali: innanzitutto Damiani sta ben attento a tenere lontana la dialettica (che per Anselmo coincide con la ratio unica garante della “ragionevolezza”, qualunque sia la materia in esame) dai discorsi intorno a Dio; ma nonostante ciò la sua non è totale ostilità verso la dialettica infatti egli sostiene che essa può anche essere utilizzata, a condizione che non offenda il Creatore e non leda la sua immagine di essere perfettissimo. L’altro fattore è strettamente legato al primo: Damiani accetta il principio di non contraddizione, valido anche per le scienze sacre, ma ad un certo punto sostiene che la sua applicabilità alle scienze sacre è limitata. Di fronte ad esempio ad un tema come quello del rapporto tra libertà e necessità in Dio, egli non può negare che primaria sia la libertà rispetto alla necessità, anche se poi si vede costretto a fare un passo indietro ammettendo che non tutto Dio vuole, o per lo meno niente che non sia in linea con la scelta necessaria del bene. Ecco che a questo punto la dialettica deve per Damiani fare un passo indietro e non pretendere di entrare nell’ineffabilità di Dio. Si vede allora come ciò che lo discosta da Anselmo non è una prospettiva diversa, ma la sua rinuncia ad applicare fino in fondo la dialettica al discorso su Dio; il discorso del rapporto tra libertà e necessità va allora sospeso.
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Dettagli appunto:
- Autore: Carlo Cilia
- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
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