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Cittadinanza elettronica e rischio di information apartheid


Nuove disuguaglianze e servizio nazionale
Si impone il problema del servizio universale. La prima questione riguarda l’eguaglianza: la disponibilità degli strumenti della tecnopolitica si scontra con i livelli di conoscenza, reddito, collocazione territoriale. Alcune ricerche hanno confermato che le nuove tecnologie hanno creato nuove disuguaglianze, con il pericolo di una information apartheid; queste diventano un rischio reale per la democrazia. Non basta dunque la previsione astratta dell’universalità del servizio e dell’apertura dell’accesso alle nuove tecnologie; sono necessarie politiche di alfabetizzazione per evitare il fenomeno dell’esclusione. Quest’ultima può essere provocata anche da politiche tariffarie e di localizzazione dei servizi; inoltre per alfabetizzazione si deve intendere la possibilità di comprendere il senso e la portata sociale delle nuove tecnologie, per avere nei loro confronti senso critico e non cadere nell’illusione del binomio innovazione tecnologica/progresso sociale. I servizi devono essere allora universali, cioè equamente offerti a tutti a basso costo, indipendentemente dalla collocazione geografica e la condizione economica degli utenti, a prescindere dalle logiche di mercato. Il concetto di cittadinanza elettronica riguarda quindi una realtà completamente nuova, dove i cittadini sono liberi da ogni vincolo spaziale e temporale, in presenza di comunità virtuali.

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