Definizione di transfert
“La definizione di transfert: consiste nello spostamento di schemi, di sentimenti, pensieri e comportamento sperimentati originariamente in relazione a figure significative dell’infanzia su una persona coinvolta in una relazione interpersonale attuale poiché il processo coinvolto è largamente inconscio il paziente non percepisce le origini del transfert stesso.
Il transfert è un tipo di relazione oggettuale che si instaura in tutte le relazioni umane ma nella situazione analitica si presenta con particolare chiarezza e intensità.
In assenza di informazioni sulla vita dell’analista il paziente genera fantasie relativamente incontaminate dalla percezione del presente. Egli si concentra sulla figura dell’analista con una tale intensità da sviluppare una nevrosi di transfert che ripete la nevrosi infantile”
-citazione del caso di Freud di Dora-
L’accentuazione presa dal manuale tende a sottolineare del transfert l’aspetto puramente
ripetitivo noi non siamo qui a rimproverare a Freud di avere colto questa dimensione prima privilegiata
Sorge come obbiezione il fatto che questa definizione del transfert come pura ripetizione in ragione del distacco anonimo quindi della neutralità sia una faccia del problema, l’altra faccia è invece legata alla attualità dell’incontro.
Da un lato come è possibile che ci sia una scena dell’inconscio che si mantiene così identica malgrado gli incontri malgrado le modificazioni ..noi ci percepiamo per un aspetto assai diverso da quelli che eravamo nell’infanzia e d’altro lato invece ci percepiamo assolutamente come gli stessi e sentiamo un continuum dentro il quale non ci pesa reperire che certe modalità che attuiamo sono le stesse.
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Autore:
Beatrice Segalini
[Visita la sua tesi: "Il panico: un approccio integrato"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Psicologia
- Corso: Psicologia
- Esame: Metodi e tecniche di analisi della domanda nel colloquio psicologico
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