Attività sindacale nei luoghi di lavoro. Diritti e assemblea

I diritti sindacali

Lo statuto dei lavoratori come legislazione di sostegno
Lo statuto dei lavoratori non si è limitato a dare libertà di esercitare i diritti sindacali vietando anche all’imprenditore di interferire, avvalendosi dei propri poteri, ma ha predisposto misure di sostegno all’attività sindacale, fornendo al soggetto titolare pretese di diritti soggettivi verso l’imprenditore, che ha quindi obblighi corrispondenti. Questi strumenti sono garantiti non a tutti i sindacati ma a r.s.a. come parti reali, quindi lavoratori nei sindacati maggiormente rappresentativi.

L’assemblea

I lavoratori hanno diritto di riunirsi nell’unità produttiva in cui lavorano. Viene disciplinato perché implica la collaborazione del datore di lavoro che deve mettere a disposizione il locale o uno spazio idoneo, libero accesso, illuminazione ecc. Consentire inoltre l’accesso in azienda di lavoratori in CIG, o sciopero, o sospesi.
Altre riunioni per politica o ricreazione non sono coperte ed agevolate ma legittime.
I limiti sono di orario: entro le 10 ore annue sono retribuite in orario di lavoro altrimenti vanno fatte fuori orario. Il mancato uso non comporta il pagamento.
Le riunioni sono convocate dalle Rsa avvisando il datore di lavoro.
L’ordine del giorno è su materie di lavoro/sindacale.
Possono partecipare dirigenti esterni del sindacato che convoca, avvisando il datore.
Il datore di lavoro non ha diritto di partecipare ma può essere invitato.
La contrattazione può derogare in meglio i limiti di orario oppure dettare modalità come l’obbligo del preavviso o l’impegno a non convocare in determinati giorni alla settimana. Nella PA la contrattazione può introdurre limitazioni per non danneggiare gli utenti (come differire di 48 ore).