Il consumo nell’infanzia e nell’adolescenza
L’intensificazione del consumismo giovanile si è talmente accentuato che i ragazzi raggiungono la consapevolezza dei beni di consumo a un’età sempre più bassa.
1944 rivista Seventeen nasce con intenzione di rispondere a richieste di giovani ragazze che non volevano vestirsi come le loro madri.
Se da un lato il bambino si presenta sempre di più come soggetto economico, ovvero come parte della domanda di beni e servizi sul mercato, dall’altro lato il mercato vede nel bambino un nuovo attore economico, un consumatore da fidelizzare dai primi passi.
I bambini trascorrendo la maggior parte del tempo libero davanti alla televisione, ricca di messaggi pubblicitari, e nei centri commerciali a fare shopping, conoscono perfettamente i prodotti in commercio e le loro marche.
Il mercato dei prodotti per l’infanzia è in rapida e continua espansione e lo stesso vale per le attività di marketing che hanno compreso e cercano di sfruttare il potere che hanno oggi i bambini per far spendere ai genitori.
Le aziende di ricerca di mercato e agenzie di pubblicità si “servono” dei trendspotters. Questi sono veri e propri teenagers consulenti che tengono informate le aziende sui principali trend. In cambio del loro lavoro ricevono doni o inviti a eventi speciali. Si sentono anche loro parte del progetto di una grande marca e questo li appaga.
Negli Stati Uniti, dagli anni ’80 si è sviluppato un filone di ricerca chiamato etnografica. Questo mira alla raccolta di dati relativi ai comportamenti dei bambini nei confronti di una certa categoria merceologica attraverso tecniche di analisi sul campo. Osservando comportamenti, movimenti e atteggiamenti di un bambino nel suo ambiente naturale, nei suoi spazi privati e intimi, in cui egli si sente a suo agio e dove può essere se stesso, piuttosto che in laboratorio o durante un focus group, è possibile raccogliere quelle informazioni più profonde e introspettive che con una ricerca tradizionale non sarebbe possibile ottenere.
L’economista e sociologa Schor chiama questo fenomeno: mercificazione dell’infanzia.
I bimbi sono sottoposti alle leggi del mercato; le aziende li addestrano al ruolo di consumatori investendo miliardi nella realizzazione di comunicazioni pubblicitari suggestive.
Continua a leggere:
- Successivo: La commercializzazione della scuola
- Precedente: La fedeltà al marchio: "cradle to grave"
Dettagli appunto:
- Autore: Priscilla Cavalieri
- Università: Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM)
- Corso: Relazioni Pubbliche
- Esame: Psicologia dei consumi
- Titolo del libro: Manuale di Psicologia dei Consumi
- Autore del libro: Russo Vincenzo e Olivero Nadia
Altri appunti correlati:
- Brand Storytelling
- Linguaggi della Pubblicità
- Sociologia dei Processi Economici
- Il nuovo manuale di tecniche pubblicitarie. Il senso e il valore della pubblicità
- Psicologia generale
Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:
- Consumi e Identità: il rapporto dialettico fra marche e consumatori
- New Experiential Marketing: le nuove frontiere del consumo
- Analisi delle strategie comunicative e dei lettori modello nei cataloghi d'arredamento. I casi di Chateau d'Ax e Roche Bobois
- Semiotica e pubblicità
- La Cancel Culture nel Sistema Moda
Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.