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Definizione di interpretazione della legge e atti normativi

Il diritto per svolgere la sua funzione regolatrice della vita dei consociati, va interpretato dal giurista.
L’interpretazione può essere:
-letterale: segue il senso proprio di ciascuna parola;
-teologica: volta ad individuare la ratio, cioè lo scopo del legislatore;
-sistematica: individua la connessione logica fra le varie disposizioni, inserendola nel contesto dell’ordinamento valutato nel complesso.
Da queste va distinta l’interpretazione autentica, che proviene direttamente dal legislatore come riferimento ad un testo  normativo vigente. Le leggi di interpretazione autentica sono retroattive è quindi l’interprete è tenuto ad applicare la legge secondo il senso stabilito dal legislatore. Dalla dottrina questo tipo di interpretazione può essere considerato come produzione di nuovo diritto.
Diversa dall’interpretazione è l’applicazione del diritto che consiste nell’applicazione di una norma generale e astratta ad un caso particolare e concreto.
L’atto normativo è un documento scritto, con cui il legislatore(organo a cui l’ordinamento riconosce il potere di emanare atti normativi, ossia fonti-atto)esprime la sua volontà di disciplinare una determinata materia.
Esso è articolato in enunciati, che rappresentano qualsiasi espressione linguistica cha ha una forma grammaticale compiuta. Attraverso gli enunciati il legislatore cerca di esprimere la sua volontà normativa. Per questa loro caratteristica imperativa, gli enunciati degli atti normativi si chiamano disposizioni.

Tratto da DIRITTO PUBBLICO - COSTITUZIONALE di Antonio Amato
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