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Marshall McLuhan - Il cinema

Marshall McLuhan -  Il cinema


Il cinema è un connubio tra la vecchia tecnologia meccanica ed il nuovo mondo elettrico; è un medium caldo perché offrendo un’immagine ad altissima definizione, non concede alcun processo di completamento da parte dello spettatore, ne plasma le fantasie e le conduce esattamente dove desidera il regista, allo stesso modo in cui lo fa la stampa con il lettore e o scrittore. Il passaggio dal mondo dello spettatore a quello creato dal regista e dalla tipografia è talmente omnicomprensivo da privare l’interessato da ogni tipo di consapevolezza critica. Il cinema è una forma non verbale di esperienza, ma presuppone un alto livello di alfabetizzazione: l’uomo alfabeto ha infatti accettato la linearità e l’iconicità per questo accetterà la sequenza cinematografica senza metterne in dubbio la linearità. Un uomo tribale quando una persona scompare dallo schermo si chiede dove sia finita, se ne vede solo la testa in quanto tagliata da un piano corto, si spaventa. L’accettazione della sequenza deriva dalla cultura libresca, e dall’abitudine rinascimentale all’accettazione della prospettiva non così innata: l’uomo alfabeta vede causa ed effetto in sequenza naturale.
Una società alfabeta come la nostra, ha inserito il suono come necessità di completamento dell’esperienza omnicomprensiva anche perché solo l’uomo abituato dalla tipografia riesce a fissare lo sguardo su uno schermo; l’uomo tribale, invece, davanti ad uno schermo muove gli occhi come muoverebbe le mani. Il cinema ha lanciato una sfida alla tipografia, infatti un’immagine ad alta definizione può descrivere elementi alla quale servirebbero svariate pagine, di conseguenza il cinema ha spinto al simbolismo in letteratura perché sotto questo aspetto non può rivaleggiare. Di conseguenza l’industria cinematografica ha sviluppato autentiche ricostruzioni ed un realismo particolareggiato. La cultura russa orale una volta accettato il cinema ha compreso quanto la sua forma ne fosse la peculiarità ed ha sottolineato il principio di causa-effetto così caro all’occidente attraverso la giustapposizione di immagini tramite il montaggio della attrazioni. Per allontanarsi dal cinema, nacquero autori come Dalì che ha liberato gli oggetti dallo spazio uniforme e continuo della tipografia e li ha sparsi in maniera casuale (cassettone, pianoforte nel deserto).
Il cinema ha la capacità di vendere una cultura che lo spettatore isolato come il lettore riceve passivamente ed esportarla in tutto il mondo; il film non ha rivali nella capacità di vendere informazione di forma accessibile. Il cinema si può anche intendere come una gigantesca inserzione pubblicitaria  non è un caso che tutto ciò che era indossato dalle star veniva venduto a carissimo prezzo e diventava una moda. Il cinema fu uno dei primi medium a rendere desiderati i beni di consumo, fino al livello estremo in cui vendeva sogni: è grazie al cinema ed alla tipografia, nell’era meccanica si pensava che attraverso la segmentazione minuziosa ed uniforme si potesse ormai arrivare a tutto, così si è creato il sogno americano.
La stampa gutenberghiana è indispensabile all’alfabetizzazione dell’uomo senza la quale in cinema non sarebbe compreso.

Tratto da MARSHALL MCLUHAN E I MEDIA di Asia Marta Muci
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