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I movimenti della macchina da presa


Un’inquadratura in movimento è un’inquadratura che si articola in più immagini successive, mutando via via le caratteristiche di ampiezza, angolazione, inclinazione e composizione. Per realizzarla bisogna collocare la cinepresa su adeguati supporti.

Nella panoramica la cinepresa, su un sopporto fisso, ruota intorno al proprio asse, in senso orizzontale, verticale o obliquo. Se segue il personaggio si dice panoramica a seguire. La panoramica a schiaffo o a frusta è uno scatto rapidissimo della macchina da presa da un oggetto o un personaggio all’altro.

Nella carrellata o travelling la cinepresa, su un supporto mobile (un carrello su binari) si sposta sul terreno in ogni direzione: laterale, circolare, a precedere (inquadrando il personaggio di fronte), a seguire (inquadrandolo di spalle). Quando la macchina da presa è fissata su un braccio meccanico che si alza da terra, avremo un dolly o una gru, in base alla lunghezza (qualche metro da terra o 15-20 metri).

Quando la macchina da presa è collocata su supporti mobili di altro tipo avremo altre possibilità di movimento: la ripresa aerea è quella fatta a volo d’uccello; il camera-car è una ripresa fatta da un’automobile. Si parla di macchina a mano quando la cinepresa è tenuta direttamente dall’operatore e può muoversi in ogni direzione, ma in modo irregolare, amplificando le vibrazioni del corpo umano.

La steadycam è una cinepresa che, applicata al corpo dell’operatore tramite un’imbracatura dotata di ammortizzatori, si muove liberamente ma senza scossoni. Essa dà vita a una nuova estetica (aesthedycam): da un lato performance tecnologica, dall’altro sperimentazione o caricatura su visione e soggettività del personaggio (Scorsese, i Coen). Citiamo poi la louma e la sky-cam (5.).

Questi movimenti di macchina acquistano un senso diverso a seconda che siano legati o meno al movimento del profilmico, cioè di ciò che si trova davanti alla macchina da presa. Quando il movimento serve a seguire un soggetto si parla di movimento subordinato; quando la cinepresa si muove autonomamente si parla di movimento libero. Nel movimento libero, gli studiosi hanno visto una manifestazione dell’istanza narrante del film paragonabile alla voce dell’autore nei discorsi letterari.

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