Skip to content

I congressi della CGIL, CISL e UIL


La stagione politico sindacale che separa il V (aprile '60) dal VI (marzo '65) congresso della CGlL, è caratterizzata da notevoli cambiamenti nel quadro politico nazionale, nello sviluppo economico e nei rapporti fra le correnti interne del sindacato. I temi fondamentali del V congresso di Milano furono il sostegno della confederazione alla contrattazione articolata e la riforma dello Statuto che dava maggiore autonomia alle Federazioni e alle CdL.

Il problema della rappresentanza interna alla Confederazione fu il tema centrale del VI congresso di Bologna della CGIL. Il PSI, infatti, aveva scelto la strada della collaborazione con la DC nella prospettiva del rilancio della programmazione economica nonché del progetto di riunificazione socialista impostato dall'incontro tra Nenni e Saragat nell'agosto del '56. Queste scelte finirono per gravare soprattutto sulla CGIL dove i problemi di convivenza con la minoranza socialista erano divenuti sempre più difficili. AI congresso di Bologna del marzo-aprile '65 tale conflitto interno si realizzò sul terreno della programmazione economica. In realtà il nodo della questione non riguardava il principio della programmazione ma un tema che resterà irrisolto nella storia sindacale italiana fino al 1992, ossi la politica dei redditi. Nel corso del congresso la corrente comunista si schierarono nettamente contro, mentre gli esponenti socialisti, pur calati in una cultura di classe, mostrarono delle aperture.
Le argomentazioni a contrario erano tipicamente sindacali: i salari non dovevano essere subordinati alla produttività; la politica dei redditi sarebbe divenuto uno strumento per ingabbiare l'azione rivendicativa del sindacato. L'accettazione della politica dei redditi, inoltre, significava decidere di divenire protagonista delle scelte di sviluppo economico. Ma per la CGIL questa scelta avrebbe significato due cose: accettare una forma di istituzionalizzazione del sindacato e soprattutto avallare un ruolo di collaborazione con una maggioranza di governo che vedeva il PCI all'opposizione.

Nel frattempo il tema delle incompatibilità procedeva stancamente: il congresso del '65 aveva segnato un passo avanti col riconoscimento delle incompatibilità periferiche, ma le "vere" incompatibilità, quelle di vertice, che implicavano commistione di indirizzi politici non furono prese in considerazione se non in modo generico.
Insomma alle soglie dell'autunno caldo e del congresso di Livorno del giugno 1969 che segnò una svolta nella storia della CGIL, il sindacato non era riuscito a fare passi avanti sulla via dell'autonomia dei partiti.


Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.