Il gold standard dopo la rivoluzione industriale
Il sistema monetario internazionale noto come regime aureo (gold standard) si affermò nel secondo Ottocento e non venne messo in discussione sino al 1914.
Il primo cardine del sistema fu l'ancoraggio della sterlina all'oro (resta invariato nel tempo il contenuto in oro dell'unità monetaria; una sterlina contiene 7,322238 grammi di oro fino).
Secondo cardine era la piena convertibilità della moneta cartacea in oro, che impediva l'eccessiva emissione della carta moneta. L'emissione resta ancorata alla quantità delle riserve auree disponibili.
Il regime aureo “produsse un meccanismo automatico di aggiustamento internazionale degli squilibri delle bilance di pagamenti tale da mantenere i cambi fra le monete fissi e quindi un notevole ordine e stabilità dell'economia internazionale, che poteva contare su monete che non cambiassero di valore”
le grandi migraizoni dall’europa
Tra il 1200 e il 1700 l’Europa non vide grandi migrazioni, con l’affermarsi della II Rivoluzione Industriale, avviene una ripresa delle grandi migrazioni, mentre nel corso del 900 non ce ne furono.
L’Europa sperimenta quindi un processo di flussi migratori da parte degli europei verso l’America, questo perché in America c’erano tante risorse e poca popolazione. Queste migrazioni derivarono dalla crisi agraria, perché chi non aveva trovato lavoro si trovava con un problema di sopravvivenza.
Inoltre l’emigrazione avviene in presenza di una forte crescita economica.
Gli storici hanno due tipi di risposta a questa situazione.
- L’industrializzazione europea è avvenuta per regioni, ci sono regioni industrializzate e regioni no. La bassa mobilità tra regioni ha portato alle migrazioni: era più facile emigrare verso gli Stati Uniti, per trovare lavoro e fare soldi, che nelle regioni europee.
- Il progresso dell’industrializzazione europea, con la centralità del fattore lavoro, aveva esaurito tutti gli sbocchi occupazionali. Infatti gli economisti sostengono che in Europa a inizio 900 c’era un grande conflitto tra operai e imprenditori.
Questo modello di integrazione dei mercati ha anche un’espressione politica: IMPERIALISMO e COLONIALISMO.
Dalla fine dell’800 l’integrazione fra economia e politica diventa determinante: le relazioni economiche influenzano anche le scelte politiche, perché gli Stati si muovono anche in collegamento al sistema economico.
Il colonialismo, che è figlio dell’imperialismo, simboleggia questa relazione tra economia e politica. Le migrazioni avvenivano anche dalla stessa Europa che cercava nuovi sbocchi, si parla di sfruttamento da parte del popolo europeo occidentale delle risorse dei popoli del terzo mondo.
Dal punto di vista economico il colonialismo riguarda solo lo sfruttamento delle risorse e delle materie prime, però non avviene la diffusione nel terzo mondo dell’economia di mercato.
Il processo di colonialismo, che ha portato alla conquista di nuovi mercati, avviene in un momento dove Germania e Stati Uniti sperimentano un dinamismo economico.
I veri protagonisti del colonialismo sono i primi arrivati alla I Rivoluzione Industriale, ovvero Inghilterra e Francia.
Il colonialismo non ha molto a che fare con l’integrazione dei mercati, ma ha una dimensione politico-militare, per questo Germania e Stati Uniti hanno avuto il maggior sviluppo sena essere colonialisti.
I mercati coloniali hanno continuato a essere mercati di materie prime (perché le colonie erano legate alla materie prime).
Questo schema viene rotto da una materia prima: il PETROLIO.
Perché questa materia prima fondamentale non si trova nei paesi occidentali (prima metà 900), e quindi bisogna andare verso il medio oriente per prenderlo.
Per la prima volta un fattore energetico non è più collocato su territorio dei paesi occidentali.
All’inizio del 900 si realizza un cambiamento nella gerarchia economica mondiale: L’inizio del 900 segna il declino della centralità dell’Inghilterra. Secondo gli economisti ogni processo economico di ogni paese ha una fase di declino, e il declino inglese è dato da:
- Il venir meno della forza propulsiva della Rivoluzione Industriale e dal fatto che arrivavano altri concorrenti a cambiare il quadro economico: Germania e Stati Uniti.
- Il sistema politico, ovvero il liberalismo, a inizio 900 va in crisi, perché si è affermata una nuova classe sociale: il mondo operaio, che non si riconosce nel modello del liberalismo, che non riconosceva il suo ruolo.
- Viene meno la leadership politica inglese, che viene superata da Germania eStati Uniti.
- Il modello di innovazione tecnologica legata alla sperimentazione non va più bene, perché prevale l’innovazione tecnologica legata alla scienza applicata come fattore di sviluppo.
Il declino inglese, che è un declino industriale, spinge l’Inghilterra a sviluppare il terziario e i servizi finanziari: la borsa e le banche. La Borsa di Londra diventa il mercato portante, il cuore del sistema finanziario mondiale, però va in contemporanea con il declino industriale.
Le nuove potenze industriali sono Germania e Stati Uniti.
All’inizio del 900 oltre all’affermarsi della Germania e degli Stati uniti, si affermano Giappone e Italia.
Nel 900 tutti i paesi che si sono industrializzati non hanno più fatto riferimento al modello inglese e tra questi c’è l’Italia.
Il modello dell’economia classica finisce con l’Industrializzazione degli Stati uniti.
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Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: Storia economica - a.a. 2006
- Docente: Locatelli Andrea Maria
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