6
culturale, che resta ancora oggi, per molti esperti di marketing
e di comunicazione, una grande incognita.
Attraverso una serie di dati e indagini ho disegnato l'evoluzione
del mercato delle sponsorizzazioni culturali in Italia,
studiandone i diversi attori, i relativi obiettivi e facendo dei
paralleli con gli investimenti in altri paesi europei. Sono poi
giunto ad una serie di conclusioni con le quali, partendo da
alcune constatazioni oggettive, esprimo i miei dubbi e le mie
aspettative su questo segmento della sponsorizzazione.
Per dare maggiore concretezza allo studio sulle
sponsorizzazioni culturali ho proposto due case history:
“COM&SPO per Corriere della Sera” con obiettivi
commerciali, “COM&SPO per Vodafone” volta a una strategia
di relazioni pubbliche e istituzionali.
Oltre alle sponsorizzazioni culturali, su cui ho concentrato la
mia analisi, ho condotto uno studio sul segmento sociale,
correlato dalla case history “Granarolo per Medici Senza
Frontiere”, ed infine ho accennato alcune considerazioni sul
segmento sportivo, in assoluto il settore delle sponsorizzazioni
più conosciuto e verso cui sono rivolti i maggiori investimenti.
Spero che il mio lavoro di ricerca e di analisi possa essere uno
strumento semplice ed efficace, capace sia di introdurre alle
sponsorizzazioni chi ancora non le conosce, attraverso alcuni
concetti chiave della comunicazione d'impresa e una
panoramica dei diversi ambiti dello sponsoring, sia di dissipare
parte di quei dubbi che si annidano sulle sponsorizzazioni
culturali.
7
Capitolo 1
“La comunicazione d’impresa”
1.1 Il ruolo della comunicazione nelle strategie aziendali
La comunicazione d’impresa ha vissuto negli ultimi trenta anni
una profonda evoluzione, in conseguenza dell’accresciuta
complessità dei sistemi economici e delle interazioni tra
imprese e realtà socio-culturali, che hanno condotto ad una
continua revisione delle strategie e delle tecniche di
comunicazione.
Alla metà degli anni settanta
1
grandi catene commerciali si
riorganizzano in pochi grandi gruppi strutturati
industrialmente.
Le spese e i tempi di trasporto si riducono notevolmente,
aumentano i volumi di vendita e si scatena una vivace
concorrenza tra le imprese. Il bene che esce dal tradizionale
punto vendita per entrare, assieme a tanti altri, sullo scaffale
del grande magazzino deve acquisire notorietà per essere
riconosciuto e scelto dal consumatore. Le aziende cominciano
a spendere mezzi ed energie per pubblicizzare i loro beni e
instaurare un rapporto con gli acquirenti. La marca diviene una
delle armi più importanti per vincere la concorrenza e con il
tempo diviene una garanzia: rassicura il consumatore, tutela il
prezzo e permette di negoziare in posizioni di forza i rapporti
con la distribuzione. Assieme alla marca, le aziende scoprono
l’efficacia dell’immagine, che aiuta la diversificazione
produttiva e predispone favorevolmente tutti i pubblici che
hanno diretto o indiretto contatto con l’azienda.
1
Cfr, Elena Salem, Che cos’è la comunicazione d’impresa, Lupetti &
Co.,1988, Milano, pag.81.
8
E’ proprio l’importanza di questi due fattori che spiega
l’improvviso interesse delle aziende per la comunicazione,
confermato da consistenti investimenti pubblicitari e da
strategie ben definite. Con il passar degli anni la società si
frantuma in una miriade di segmenti, ciascuno con le sue
caratteristiche e valori non più individuabili soltanto con l’aiuto
dei tradizionali parametri sociodemografici. Si afferma
prepotentemente un universo composto da costellazioni di
gruppi e stili di vita molto diversi.
Il marketing diventa uno degli strumenti essenziali per
garantirsi la sopravvivenza in un mercato altamente
competitivo e, al suo interno, la comunicazione svolge una
funzione insostituibile consentendo l’incontro tra molteplicità
di nuovi prodotti e il variegato universo dei consumatori. La
comunicazione si integra con il marketing e ne diviene uno
degli elementi fondamentali.
Oggi in molti settori si è arrivati ad una soglia di saturazione
tale per cui diversificazione e specializzazione non sono più
sufficienti a creare valore aggiunto rispetto ai competitors.
Inoltre l’universo dei media, che è stato fino ad oggi il
riferimento principale per gli investimenti pubblicitari,
comincia a manifestare un eccessivo affollamento, al punto che
è difficile se non impossibile, oltreché costoso, emergere dal
caos dei messaggi. Dunque l’eccessivo affollamento dei mezzi
classici hanno spinto gli operatori economici a cercare nuovi
modi per rivolgersi all’esterno e parallelamente la
comunicazione d’impresa è divenuta via via più sofisticata e
flessibile, sempre più ricca di una combinazione di formule e
strumenti che si adattano di volta in volta ai suoi obiettivi. Tra
queste l’uso e l’applicazione di tecnica e creatività, la
diffusione della pianificazione dei media, l’orientamento
progressivo ad una comunicazione personale e personalizzata e
la diffusione della comunicazione integrata.
9
In altre parole “…la comunicazione si è guadagnata a tutti gli
effetti il ruolo di leva strategica nel sistema complessivo di
governo di un’ azienda, di un ente, di un personaggio, di un
evento
2
”.
2
Moneta e Cocco, Relazioni pubbliche, McGraw-Hill, 2002, Milano,
pag.155.
10
1.2 Alcuni concetti chiave
1.2.1 Immagine e identità
Il concetto di immagine può così essere riassunto in maniera
chiara ed esauriente: “l’immagine è l’insieme delle
rappresentazioni affettive e razionali, riferite ad ogni individuo,
di una marca, di un prodotto, un’azienda, un’idea”, o ancora,
“l’immagine è il risultato delle percezioni dei pubblici di
riferimento
3
”.
Queste definizioni mettono in evidenza due aspetti. Innanzi
tutto l’immagine è il prodotto delle percezioni, che si basano su
un substrato di natura psicologica, ed è relativa quindi ad un
pubblico ben determinato e conseguentemente potrebbero
esistere tante immagini quanti sono i pubblici a cui ci si
rivolge. Inoltre l’immagine è strettamente correlata con la
comunicazione, proprio durante la comunicazione i pubblici di
riferimento guardano l’oggetto a cui sono interessati
attribuendogli un senso ed un significato. L’identità, invece, è
la realtà dell’impresa, cioè come l’impresa è effettivamente,
con i suoi aspetti positivi, con quelli negativi, le sue
contraddizioni.
L’identità, corporate identity, è costruita da diversi elementi: le
caratteristiche organizzative, la tipologia, la qualità o il
contenuto innovativo dei prodotti, il servizio, il rapporto con i
dipendenti e la realtà locale in cui si è immersi; è cioè l’insieme
del sistema di valori e delle scelte che compie nell’ambito delle
proprie attività istituzionali e del suo porsi in relazione con il
contesto nel quale l’impresa vive ed opera.
3
Marcello Morelli, L’immagine dell’impresa, Franco Angeli, 2002,
Milano, pag.27.
11
Dal punto di vista della comunicazione possiamo dire che
“l’identità è l’insieme di quei segnali che un soggetto utilizza
per proiettare verso l’esterno, consciamente o inconsciamente,
la propria personalità e che tale insieme rappresenta la base
sulla quale un altro soggetto costruisce la propria immagine del
primo soggetto
4
”. L’identità, quindi, è relativa all’emittente
mentre l’immagine riguarda il destinatario ed è il risultato del
processo di ricezione di tale messaggio.
La comunicazione, come leva strategica del marketing mix, ha
l’obiettivo di ridurre al minimo la differenza che c’è tra identità
dell’impresa e immagine percepita dai pubblici di riferimento.
Nel fare questo, la comunicazione pone in evidenza e valorizza,
nel mercato in cui opera l’impresa, o più in generale nel
contesto in cui sviluppa la sua vita, le così dette competenze
distintive, cioè tutte le caratteristiche vitali e quei fattori che la
distinguono rispetto a tutte le altre imprese delle stesso settore
operanti nel medesimo mercato: quello che in un certo senso si
può considerare il valore aggiunto dell’impresa rispetto alla
propria concorrenza. In sintesi possiamo affermare che
l’obiettivo della promozione dell’immagine è quello di far
conoscere l’impresa e i suoi prodotti/servizi, perché solo se si
conosce la realtà di un’azienda si potrà essere successivamente
convinti e motivati ad acquistare ciò che essa produce o
fornisce.
Non bisogna dimenticarsi però che la comunicazione ha sì un
ruolo strategicamente importante per il successo di un’impresa
ma non bisogna sopravvalutarne le potenzialità.
Perché un’impresa abbia successo è innanzi tutto necessario
migliorare i propri prodotti, le politiche commerciali, ecc..
4
Ibidem.
12
1.2.2 Pubblico di riferimento
Il pubblico di riferimento è “l’insieme delle persone che hanno
qualche motivo per interessarsi all’impresa
5
”. Il pubblico è
quindi costituito da un insieme di persone ciascuna delle quali,
come è ovvio, ha il suo modo di pensare, guardare e
interessarsi all’impresa e che pertanto quello che noi
chiamiamo pubblico è in realtà un agglomerato eterogeneo di
persone con gusti, opinioni, obiettivi ed esigenze anche
profondamente diverse.
I componenti del pubblico prendono il nome di stakeholder
(portatori di interesse) dell’impresa. Sono coloro (potrà trattarsi
di singoli individui o di un gruppo), che possono influenzare, o
essere influenzati, dalle azioni, dalle decisioni, dalle politiche,
dalle prassi, o dagli obiettivi dell’organizzazione. Gli interessi
di tutti gli stakeholder assumo valore per l’impresa, la quale si
concentrerà per soddisfare le esigenze che ne derivano.
Analizzando le diverse tipologie di stakeholder di un’impresa,
possiamo classificare questi ultimi come:
• Stakeholder aziendali primari: si tratta di coloro che
hanno un interesse diretto nell’organizzazione-impresa,
e pertanto devono essere considerati come individui
influenti. Sono per esempio:
⇒ gli azionisti e gli investitori (cioè la proprietà
dell’impresa);
⇒ i clienti;
⇒ i dipendenti;
⇒ le reti di vendita;
⇒ i concessionari;
5
Daniele Pitteri, Fabbriche del desiderio, Luca Sassella Editore, 2000,
Roma, pag. 137
13
⇒ i fornitori e i partner tecnici o commerciali.
• Stakeholder aziendali secondari: questi possono avere
influenza notevole sull’impresa, e specialmente sulla
sua reputazione e sulla sua immagine pubblica, ma il
loro interesse nelle impresse è più di rappresentanza che
diretto. Sono tali:
⇒ le istituzioni governative;
⇒ le autorità locali;
⇒ le agenzie e gli organismi di controllo;
⇒ i gruppi di pressione sociale, come le associazioni dei
consumatori, quelle ambientaliste, ecc.;
⇒ gli opinion leader
⇒ il trade;
⇒ i media;
⇒ i concorrenti.
Appare evidente come sia importante per l’impresa
definire in modo preciso delle strategie di relazione con i
propri stakeholder, individuando innanzi tutto per
ciascuno di essi la potenzialità e il potere, in modo da
raggiungere un adeguato bilanciamento di questo potere
fra gli stakeholder stessi e l’impresa.
Questo potere che gli stakeholder hanno deriva: dalla
possibilità di controllare le risorse dell’impresa, dal
possesso di skill critici, dal fatto che da essi derivano
servizi necessari o risorse per l’impresa (si pensi ad
esempio agli investitori istituzionali), dal riuscire ad
esercitare una pressione o un’influenza sulle istituzioni
politiche, su un’ eventuale capacità di esercitare un vero e
proprio diritto di veto.
Per impostare un sistema di relazioni efficiente ed
efficace con i propri stakeholder, si può costruire una
14
matrice, all’interno della quale vengono espressi il
potenziale di rischio (alto e basso), su uno degli assi, e il
potenziale di cooperatività (alto e basso) sull’altro, di
ciascuna tipologia di stakeholder con la quale si ha a che
fare.
Al fine di poter progettare una comunicazione coerente e
mirata, occorre procedere a quella che viene definita la
segmentazione dei pubblici di riferimento. La necessità di
questa segmentazione, cioè di una conoscenza
particolarmente approfondita del pubblico al quale si
intende comunicare, è il risultato della continua
moltiplicazione degli stili di vita, opinioni, atteggiamenti,
interessi delle masse, con un parallelo sviluppo di un
rapporto sempre più personalizzato fra imprese e
consumatori.
La segmentazione può essere definita come il processo in
base al quale, nell’ambito dell’attività di comunicazione,
si fraziona il pubblico di riferimento in sottosistemi,
individuati sulla base di variabili, normalmente di tipo
sociodemografico.
I principali criteri di riferimento in base ai quali si
procede alla segmentazione sono:
• segmentazione di tipo geografico: il pubblico viene
diviso in funzione dell’appartenenza a diverse aree
geografiche;
• segmentazione di tipo sociodemografico: il pubblico
viene suddiviso in base a variabili demografiche quali
l’età, il sesso, il numero di persone componenti il
nucleo famigliare, il livello di istruzione, ecc.;
15
• segmentazione di tipo psicografico: il pubblico viene
suddiviso in base ai diversi stili di vita, al livello
sociale, alle caratteristiche della personalità;
• segmentazione in funzione del comportamento, al tipo
di esigenze e attese, che i componenti del pubblico
possono avere nei confronti di un prodotto/servizio.
Normalmente si possono distinguere quattro diverse
categorie di consumatori
6
: a) il consumatore razionale
che giudica l’opportunità di soddisfare le proprie
esigenze, in generale, sulla base del rapporto prezzo
prestazioni; b) il consumatore condizionato, prende le
sue decisioni coerentemente con quanto ha imparato
dall’esperienza e dal proprio vissuto; c)il consumatore
sognante, che desidera realizzare i propri desideri e i
propri sogni nascosti; d) il consumatore sociale, che
attribuisce ad ogni prodotto un valore simbolico.
6
Cfr, Marcello Morelli, L’immagine dell’impresa, 2002, Milano, pag.72.
16
Capitolo 2
“La Sponsorizzazione nel marketing mix”
2.1 La centralità del cliente
Il grande sviluppo dell’offerta, da parte di produttori in
competizione ormai mondiale, tutti dotati di tecnologie
industriali avanzate e con produttività in continuo aumento, ha
portato ad un progressivo spostamento, nell’organizzazione
dell’impresa, dalla centralità dell’efficienza della combinazione
delle risorse alla centralità della soddisfazione del cliente,
ormai “competitivizzato” da una sovrabbondanza di
alternative
1
.
Tra le principali conseguenze che emergono dal lato
dell’offerta c’è l’arricchimento della relazione tra cliente e
fornitore in termini bilaterali.
La domanda di mercato sta vivendo al momento un nuovo
stadio evolutivo. La domanda di prodotti e servizi di un certo
tipo tende ad essere satura da un’ offerta sempre più ampia e a
costi decrescenti, ma contemporaneamente se ne viene a
formare una nuova, basata sull’esperienza e la conoscenza. In
questo contesto, “la sfida è quella posta dalla nuova tendenza
del marketing: la personalizzazione di massa (mass
costumization)
2
”, che è alla base di una relazione tra impresa e
cliente, che con il tempo cresce, si approfondisce e diviene più
intelligente. “Siamo passati dal marketing di massa al
marketing personalizzato, one-to-one.
1
Cfr, Pine e Gilmore, L’economia delle esperienze, Etas, 2000, Milano,
pag.VIII.
2
Marco Castellet, Marketing di Relazione, Il Sole 24 ore, 2003, Milano,
pag.65.
17
Da disciplina finalizzata alla vendita a disciplina focalizzata
sulla relazione con il consumatore. La vera proprietà non è la
merce ma il cliente
3
”.
Il cliente diviene così la fonte primaria per l’impresa e più il
primo insegna più la seconda riesce a fornire ciò che questi
desidera, e più difficile sarà per la concorrenza allontanarlo.
3
A. D’Amico, “New marketing: le 4P diventano 4C”, intervista a Phip
Kotler pubblicata su Italia Oggi, 21/03/2000
18
Fonte: Paolo Mariani, Report, Olap, Data Mining, Crm, Università degli Studi di
Milano-Bicocca.
Come messo in evidenza da Paolo Mariani, nella sua ricerca
sull’evoluzione del marketing e i suoi nuovi strumenti, la
centralità della relazione con il cliente ha prodotto dei grandi
cambiamenti anche nelle modalità di comunicazione, ponendo
in rilievo le potenzialità offerte da internet e dalle
sponsorizzazioni.
Negli ultimi anni, infatti, si sono definitivamente affermate
quelle che erano delle semplici tendenze: la tecnologia e
l’emozione. Da una parte si afferma l’uso creativo ed efficace
delle nuove tecnologie, soprattutto di internet e degli strumenti
multimediali; dall’altro lato si afferma l’adozione strategica
degli eventi che, attraverso lo strumento della
sponsorizzazione, permettono di comunicare in modo
innovativo, distintivo, memorabile e, se possibile, spettacolare.