Green supply chain: chimera o realtà? Il caso Fiat S.p.A.
Questo lavoro esplora il concetto di sostenibilità applicandolo alla catena di fornitura, con un particolare focus sul settore automobilistico e l’analisi del Bilancio di Sostenibilità del Gruppo Fiat del 2011.
Nel primo capitolo, “sostenibilità e supply chain management”, viene delineata la nascita e lo sviluppo del concetto di sviluppo sostenibile e la formulazione tripartita delle tre dimensioni della sostenibilità che vanno perseguite congiuntamente: economica, sociale ed ambientale. Si è poi esposta la teoria della “Natural Resource Based View” dell’azienda di Hart, che integra nella gestione aziendale le istanze ambientali. Si è introdotta la gestione della catena di fornitura, riportando le definizioni di alcuni tra i più noti studiosi della materia e si è focalizzata l’attenzione sulla metodologia di gestione basata sui processi e l’output finale. In chiusura del capitolo si sono presentati i due modelli di gestione della supply chain per processi, il modello del Global Supply Chain Forum, GSCF, e Supply Chain Operations Reference, SCOR.
Il secondo capitolo, il più corposo, è stato interamente dedicato al green supply chain management. Si sono esposte le forze che spingono le aziende verso una gestione ambientale, con un’analisi sulla scarsità delle risorse naturali e le tensioni sui prezzi del petrolio e come queste variazioni abbiano impatti macro e microeconomici rilevanti. Nel terzo paragrafo si è esposto il quadro teorico di riferimento elaborato da Carter e Rogers del Sustainable Supply Chain Management, mentre nel quarto paragrafo si è effettuata una classificazione delle attività di Green Supply Chain Management, che sono poi state analizzate singolarmente, con un particolare focus sul processo di gestione dei ritorni. Il quinto paragrafo ha introdotto il tema della catena di fornitura del futuro che integri le dimensioni verde, lean e globale.
Il capitolo terzo è entrato nel merito del settore automobilistico, analizzandone il modello di supply chain e “double layer closed loop”, che presuppone la chiusura della catena di fornitura, comprendendo la gestione dei ritorni. E’ stata presentata la Direttiva 2000/53/CE e il D.lgs 209/2003 che l’ha recepita e che stabilisce precise quote di recupero e di riciclo in base al peso di ciascuna vettura. In ambito italiano, di particolare importanza è l’Accordo Quadro per la gestione dei veicoli fuori uso che riunisce tutti gli attori della filiera automobilistica, favorendo il recupero e il riciclo. Sono stati riportati successivamente i dati sul riciclo di autovetture in Italia tratte dal rapporto “Riciclo Italia 2011” e i progetti innovativi di recupero energetico riguardanti il fluff, residuo al termine della demolizione dell’autoveicolo che generalmente viene inviato a discarica, plastiche e polimeri e pneumatici.
Il quarto capitolo è dedicato interamente al Bilancio di Sostenibilità di Fiat Group 2011 e ne ricalca l’ossatura di base, con una divisione che segue le iniziative intraprese nelle tre dimensioni della sostenibilità: economica, ambientale e sociale. Sono stati presi in considerazione gli obiettivi e le azioni fissate per l’anno 2012, gli organi e i meccanismi che integrano la sostenibilità nella gestione aziendale.
Il quinto ed ultimo capitolo formula le considerazioni finali, sintetizzando gli apporti forniti nel corso dell’elaborato e rispondendo all’interrogativo iniziale posto come titolo di questo lavoro: “green supply chain: chimera o realtà?”.
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Informazioni tesi
Autore: | Irene Marangoni |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Verona |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Marketing e Comunicazione d'Azienda |
Relatore: | Ivan Russo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 181 |
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