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Linee guida per la realizzazione delle mense scolastiche biologiche nel Comune di Palermo

L’interesse intorno all’educazione alimentare ha avuto un’impennata vera e propria nell’ultimo periodo, per una accresciuta consapevolezza nell’opinione pubblica dello stretto legame esistente tra alimentazione e salute, ma soprattutto per le recenti vicende legate alla pericolosità di taluni alimenti e preparazioni alimentari. L’ultimo rapporto “Agricoltura e Alimentazione in Italia – La sfida della qualità”, realizzato per conto del MiPAF su un campione di 800 consumatori e 400 operatori agricoli, testati una prima volta nel dicembre 2000 e una seconda volta nell’ottobre 2001, evidenzia un trend che assegna alle Istituzioni un ruolo forte e determinante nel promuovere processi di conoscenza e di emancipazione del consumatore. Questo rapporto evidenzia come si sia avviato, un processo di progressiva sensibilizzazione sui temi della sicurezza alimentare e dell’alimentazione di qualità, con effetti non trascurabili nel medio periodo sullo stile di vita e sui consumi degli italiani e di conseguenza sulla produzione. E’ maturata una crescente attenzione verso la qualità della vita, che si accompagna ad una pressante richiesta di “informazione” per una più consapevole gestione dei consumi. Quella che emerge dallo studio è una nazione dalle aspettative crescenti, che assegna all’agroalimentare un ruolo determinante per lo sviluppo del Paese e per gli interessi individuali, che vuole dalle Istituzioni un’azione forte di promozione e sostegno della conoscenza (essere meglio informati per essere davvero liberi di scegliere!). E’ necessaria, inoltre, una crescita culturale del consumatore che lo induca ad emanciparsi dal mero consumismo a tutto beneficio di uno stile di vita che privilegi la salvaguardia degli equilibri ambientali, che lo spinga, non tanto alla ricerca della qualità merceologica (il bello), quanto alla comprensione della qualità intrinseca (il buono), che lo affranchi dalle suggestioni della propaganda commerciale e lo guidi alla ricerca della qualità certificata. Bisogna educare soprattutto i bambini ad acquisire e a mantenere un sano stile alimentare, che risulta essere un importante intervento di “promozione della salute” in quanto i fattori protettivi insiti in una corretta e sana alimentazione, mantenuta nel tempo, permettono al bambino di esprimere al meglio, fin dalla delicata età dell’infanzia, il proprio potenziale genetico di salute, prevenendo una serie di patologie correlate ad un’alimentazione squilibrata o non salubre. Uno strumento che, sicuramente, può essere incisivo e utile per educare la nuova generazione ad una corretta e salubre alimentazione è la “mensa scolastica biologica”, che tra l’altro, e non meno importante, ha un’azione educativa: i bambini sempre più spesso non conoscono ne la stagionalità dei prodotti che consumano, ne i piatti tipici e tradizionali della propria città d’origine; attraverso l’introduzione della refezione scolastica biologica, si potrebbe fare in modo di introdurre nei menu e servire a tavola prodotti legati alla stagionalità e alla tipicità del territorio. La ristorazione scolastica ha raggiunto oggi dimensioni considerevoli, rappresentando uno degli aspetti caratterizzanti della vita del bambino e del ragazzo, poiché in molti casi accompagna quotidianamente l’individuo per almeno 13 anni, dal nido alle scuole medie e talvolta anche fino alla mensa universitaria; si calcola, che in Italia, ogni giorno quasi 3 milioni di bambini e ragazzi consumino un pasto a scuola per una media di 180 giorni l’anno. Oltre a costituire un complemento alle istituzioni scolastiche per l’esigenza del tempo pieno nelle scuole materne ed elementari e del tempo prolungato nelle scuole medie, la ristorazione scolastica può essere il mezzo per conseguire l’educazione sanitaria nel campo alimentare tramite iniziative di prevenzione e educazione nutrizionale dirette a diverse fasce d’età della popolazione. E’ fondamentale, infatti, partire dagli asili nido e dalla scuola materna per fornire adeguate soluzioni ai problemi legati all’alimentazione, educare al gusto ed ai consumi, allo scopo di ottenere migliori condizioni di vita, eliminare talune cause di rischio di malnutrizione, d’iperalimentazione o d’errori alimentari con la finalità di raggiungere e coinvolgere attraverso le esperienze dei figli anche i genitori e le famiglie, che quasi mai sono a conoscenza, per esempio, che ogni anno in media ingurgitiamo circa 12 Kg di additivi chimici (coloranti, conservanti, addensanti, ecc.) o ancora che il 35% delle cause di insorgenze tumorali è dovuto alla alimentazione (fonte Biobank) e che il rapporto del 1993 del Consiglio Nazionale delle Ricerche USA, “I pesticidi nella dieta dei neonati e dei bambini”, rileva che questi ultimi sono esposti dieci volte più degli adulti all’assorbimento ed ai conseguenti danni delle sostanze di sintesi...

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Introduzione Pollo alla diossina, mucca pazza, prodotti geneticamente modificati, frodi alimentari in genere, sono termini ed argomenti di attualità nelle nostre tavole, e proprio queste “situazioni” hanno inciso ed incidono, inevitabilmente, sulle nostre abitudini alimentari. Il tema della qualità e della sicurezza alimentare è diventato, senza dubbio alcuno, uno scottante tema di attualità che porta molti consumatori ad uno stato di allarme e diffidenza da tutti quei prodotti che non posseggono una certificazione (gli unici prodotti al mondo che la posseggono sono quelli provenienti dall’agricoltura biologica); conseguentemente, si registra una crescente domanda di prodotti di qualità. L’interesse intorno all’educazione alimentare ha avuto un’impennata vera e propria nell’ultimo periodo, per una accresciuta consapevolezza nell’opinione pubblica dello stretto legame esistente tra alimentazione e salute, ma soprattutto per le recenti vicende legate alla pericolosità di taluni alimenti e preparazioni alimentari (prosciutti, polli e pesci alla diossina, carne bovina per la BSE). L’ultimo rapporto “Agricoltura e Alimentazione in Italia – La sfida della qualità”, realizzato per conto del MiPAF su un campione di 800 consumatori e 400 operatori agricoli, testati una prima volta nel dicembre 2000 e una seconda volta nell’ottobre 2001, evidenzia un trend che assegna alle Istituzioni un ruolo forte e determinante nel promuovere processi di conoscenza e di emancipazione del consumatore. Questo rapporto evidenzia come si sia avviato, un processo di progressiva sensibilizzazione sui temi della sicurezza alimentare e dell’alimentazione di qualità, con effetti non trascurabili nel medio periodo sullo stile di vita e sui consumi degli italiani e di conseguenza sulla produzione. E’ maturata una crescente attenzione verso la qualità della vita, che si accompagna ad una pressante richiesta di “informazione” per una più consapevole gestione dei consumi. Quella che emerge dallo studio è una nazione dalle aspettative crescenti, che assegna all’agroalimentare un ruolo determinante per lo sviluppo del Paese e per gli interessi individuali, che vuole dalle Istituzioni un’azione forte di promozione e sostegno della conoscenza (essere meglio informati per essere davvero liberi di scegliere!).

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