L'accessibilità al t-government. Tra principi democratici, architettura infrastrutturale e morfologia del territorio
Questo lavoro ha per oggetto i servizi di government offerti dalla televisione digitale terrestre (DTT): il t-government.
La ricerca nasce dall’intento di voler valutare la distribuzione dei servizi di government attraverso il digitale terrestre nella sua specificità e non di trattarlo, come è stato fatto fino ad oggi, come un’appendice dell’e-government.
Uno dei motivi che hanno reso auspicabile rendere disponibili i servizi di government anche attraverso il digitale terrestre è rintracciabile nella scarsa diffusione di internet che ancora oggi si registra in Italia, a fronte della capillare diffusione del mezzo televisivo, che riesce a coinvolgere anche quei soggetti tecnologicamente non integrati.
Il t-government non è solo l’applicazione di un diverso supporto tecnologico all’e-government, ma ha delle sue caratteristiche peculiari che lo differenziano da quest’ultimo, nonostante ne sia il diretto “discendente”.
La differente modalità di fruizione dei due mezzi che impone una diversa strutturazione dei “contenitori” e l’utilizzo del telecomando che, diversamente da quello del mouse, rende necessaria una maggiore standardizzazione dei contenuti ed una più puntuale classificazione degli argomenti sono solo degli esempi.
Anche se alcune delle caratteristiche principali che saranno analizzate più avanti sono rintracciabili nella bibliografia fin qui prodotta, quello che manca, e che qui si propone, è una visione complessiva di tutti quei fattori che costituiscono il t-government e ne delineano il contesto in cui questo può operare.
E’ proprio per questo motivo che in questa sede viene offerta un’ampia trattazione di tutti i fenomeni ritenuti determinanti - alcuni a primo impatto potrebbero sembrare cronologicamente lontani e ormai assimilati - che vanno, però, riletti e rianalizzati alla luce di una diversa consapevolezza; voler inquadrare il contesto del t-government non significa dover adottare le prospettive di lettura che hanno introdotto ed argomentano l’e-government, significa, invece, procedere nel tentativo di definizione di un diverso contesto.
Il punto di partenza della definizione di questo nuovo scenario è stato individuato nel processo di ammodernamento della Pubblica amministrazione e nella funzione che ha svolto il parallelo sviluppo della comunicazione pubblica.
“lo Stato italiano non sa, per lunga tradizione, comunicare [...] visto che da decenni lo Stato e la sua classe amministrativa sono oggetto della comunicazione altrui (quante critiche feroci, quanti sbeffeggiamenti...) e non sono mai riusciti a essere soggetto attivo di relazione con i cittadini e la pubblica opinione (quella alta degli opinionisti e quella meno alta degli utenti quotidiani dei pubblici servizi)” , questa è la dichiarazione di Giuseppe De Rita che introduce all’analisi della comunicazione pubblica.
In questa affermazione si evidenziano le due principali carenze dell’apparato pubblico: l’incapacità di comunicare - causa della strutturata modalità comunicativa statale “one to many”, sempre più lontana dalle nuove forme di comunicazione che si sviluppano “one to one” o “many to many” e incapacità relazionale - causa della logica autoreferenziale degli apparati pubblici.
Oltre ad evidenziarne le cause, saranno presi in considerazione i fattori che hanno avuto un ruolo propulsivo in questo processo, gli strumenti che sono stati adottati per attuare il cambiamento ed il ruolo svolto dalla comunicazione pubblica.
Questi argomenti sono affrontati nel “capitolo 0” perché non rappresentano uno dei tanti aspetti che compongono il t-government o che hanno contribuito alla sua ideazione, ma costituiscono la condizione necessaria affinché quest’ultimo potesse essere pensato e potesse acquisire il ruolo che oggi gli viene prospettato.
Fino agli anni Ottanta dello scorso secolo si è potuta riscontrare nella Pubblica Amministrazione la totale assenza dell’orientamento all’utente.
In Italia la Pubblica Amministrazione ha sempre occupato un posto primario a causa dell’inefficienza del centralismo statale; Cassese sostiene che il problema delle amministrazioni pubbliche è inversamente proporzionale al riconoscimento dello status di cittadino. Quest’ultimo si è dovuto accontentare di occupare un posto secondario e rimanere “suddito nei confronti della pubblica amministrazione che esercita la più ampia discrezionalità” .
Un ulteriore punto di debolezza del nostro apparato amministrativo viene identificato nella discontinuità delle politiche pubbliche. In parte la discontinuità è dipendente dalla breve durata che ha caratterizzato la permanenza media dei governi italiani; in un governo in cui vi è instabilità di indirizzi e di guida dell’amministrazione il principale ostacolo dopo la caduta dello stesso è rappresentato dalla necessità di dover riformulare le politiche pubbliche, con il conseguente ed evidente problema di discontinuità nel perseguirle.
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Informazioni tesi
Autore: | Anna Tedesco |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Scienze della Comunicazione |
Corso: | Scienze della Comunicazione |
Relatore: | Francesco Amoretti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 158 |
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FAQ
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