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L’anomia della società industriale e la fabbrica come istituzione reintegratrice


Mayo si rifà al concetto durkheimiano di anomia.
L’anomia per Durkheim denota un allentamento delle norme morali che regolano il funzionamento di una società e si manifesta quando vi sono fenomeni innovativi, brusca introduzione di nuovi metodi di produzione, eccessiva concentrazione umana negli spazi urbani, troppo rapido aumento di ricchezza ecc.
Al contrario una società non anomica è una comunità di piccole dimensioni dove i piccoli membri hanno una chiara identità sociale, conoscono il ruolo che la società gli conferisce.
Mayo mostra nostalgia per questo tipo di società.
I problemi posti dalla società industriale non possono essere risolti se non restaurando gli antichi valori morali.
L’istituzione più tipica e vitale oggi è la fabbrica, che non può più disinteressarsi a questo problema; oltre a perseguire il profitto, essa deve preoccuparsi che non si sviluppino situazioni di conflitto.
A tal fine la fabbrica deve impegnarsi in programmi sociali orientati a far si che i dipendenti si allontanino da tentazioni conflittuali, e sviluppino invece una identificazione emozionale con l’azienda. Spetta all’azienda promuovere attività integrative anche fuori dal lavoro.
Per Mayo, il rapporto dipendente - azienda è soprattutto emozionale e ricco di componenti psicoanalitiche.
A differenza di quanto prevedeva il Taylorismo, Mayo raccomanda che il lavoro sia organizzato riunendo gli operai in piccoli gruppi per incentivare rapporti armoniosi.

Tratto da STORIA DEL PENSIERO ORGANIZZATIVO di Priscilla Cavalieri
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