I primi effetti della riforma nata dal Concilio di Trento
I primi effetti della riforma nata dal Concilio di Trento
Negli anni immediatamente successivi al Concilio si iniziarono ad intravedere i primi effetti della riforma nata da Trento: otre ad essere pubblicato il Catechismo, entrarono in vigore nuove regole e strumenti per la liturgia: il messale e il breviario. Il breviario, strumento di preghiera dei sacerdoti, venne profondamente rinnovato. In primo piano venne messa la figura di Cristo, col tempo offuscata dalla devozione dei santi e dalle storie ad essi legate. Si passò inoltre dalla preghiera collettiva a quella personale, interiore della lettura mentale. Pio V fece rielaborare il messale romano allora in uso. Vi era, infatti, una situazione di estrema confusione dovuta alle nuove idee della riforma protestante che avevano influenzato anche la liturgia. Fino a quel momento era mancato un messale unico, uguale per tutta la Chiesa. Vi era perciò una profonda diversificazione da città a città, tanto che i confini tra cosa era ancora cattolico e cosa non lo era più, spesso erano ben difficili da definire. Occorreva maggiore unità. Allora il Papa decise che il Missale Romanum, il testo liturgico della città di Roma, in quanto sicuramente cattolico, doveva essere introdotto dovunque, soprattutto dove non ci si potesse richiamare a una liturgia che risalisse ad almeno duecento anni prima.
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Dettagli appunto:
- Autore: Alessia Muliere
- Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
- Facoltà: Scienze Umanistiche
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