La retorica politica
Tucidide mostra l’importanza della retorica politica per l’azione
P. Pouncey ha notato come nei Libri VII e VIII delle Storie non ci siano più lunghi discorsi come invece negli altri libri. Secondo Pouncey, questa scelta è stata fatta volutamente da Tucidide per mostrare che la qualità e l’importanza dei discorsi politici diminuisce man mano che la guerra prese la strada dell’unità politica in molte comunità. Questo cambiamento indica che Tucidide non crede che i discorsi politici siano sempre mera giustificazione di azioni messe in atto per motivi ben più realistici.
Un altro insegnamento che si può trarre a riguardo nelle Storie è che la teoria in sé può diventare uno strumento della realtà. Ad esempio, Tucidide usa il discorso di Diodoto su Mitilene proprio in questo senso, mostrando come una teoria portata alle estreme conclusioni possa spesso portare a risultati poco pratici e, in definitiva, inaccettabili.
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Secondo Tucidide, gli esseri umani possono creare il loro mondo, invece che essere semplicemente creati da esso ⇒ la visione di Tucidide, secondo Bagby, differisce notevolmente da quelle dei moderni studiosi di relazioni internazionali, per i quali è molto più determinante nell’azione degli uomini e degli Stati la legge naturale piuttosto che l’ideologia.
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