Gli assunti neoliberali
Gli assunti neoliberali
− Obiettivo principale degli Stati è di raggiungere il più alto guadagno individuale possibile (= guadagno assoluto);
− Gli Stati definiscono i loro interessi in termini strettamente individuali, indipendentemente dalle scelte degli altri;
− Keohane sottolinea che gli Stati sono fondamentalmente attori atomistici
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Anche la massimizzazione della loro utilità viene definita in modo atomistico. Per Keohane, “egoismo” = le funzioni di utilità sono tra loro indipendenti ⇒ gli Stati non guadagnano né perdono in termini di utilità rispetto ai guadagni o alle perdite di utilità degli altri.
Secondo Keohane, dunque, se uno Stato gode di un’utilità U e di un payoff V, la sua funzione di utilità sarà:
U = V
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L’unico ostacolo resta il cheating problem, dovuto ad un’interpretazione dell’anarchia = assenza di un governo comune nella politica mondiale, in grado di costringere gli Stati a rispettare le regole.
Da qui, le istituzioni diventano la soluzione al problema della cooperazione.
Anche per i realisti anarchia = assenza di un governo interstatale comune. Tuttavia, da questo assunto essi derivano che gli Stati riconoscono che non c’è alcuna autorità superiore in grado di impedire agli altri di usare la forza, di minacciarne l’uso, di distruggerli o di sottometterli ⇒ l’anarchia fa sì che gli Stati siano mossi anche dalla paura e dalla sfiducia ⇒ la sopravvivenza è il loro interesse principale, non il proprio benessere.
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Partendo da questo punto, gli Stati sono molto sensibili a qualunque erosione delle loro capacità relative, il fondamento ultimo che garantisca la loro sicurezza ⇒ cercheranno di evitare che gli altri ottengano dei vantaggi nelle loro capacità relative. Questo perché, come suggerito da Waltz, la maggiore preoccupazione degli Stati non è la massimizzazione del potere in termini assoluti, ma il mantenimento della loro posizione nel sistema (⇒ gli Stati sono “posizionalisti difensivi”).
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Secondo Grieco, il fatto che gli Stati siano attori posizionalisti (e non atomistici, come per Keohane) è un ulteriore ostacolo alla cooperazione ⇒ uno Stato negherà o limiterà il proprio coinvolgimento in un accordo di cooperazione qualora ritenga che esso avvantaggerà gli altri. Tale rifiuto ci sarà anche se la cooperazione portasse a quello Stato notevoli guadagni in termini assoluti.
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Anche la funzione di utilità, per Grieco, avrà un aspetto diverso da quella formulata da Keohane. Essa, infatti, dovrà tener conto sia del payoff individuale V, sia del payoff dell’altro Stato W, per sottolineare il problema dei guadagni relativi.
La funzione di utilità sarà quindi:
U = V – k (W−V),
dove k è il coefficiente di sensibilità dello Stato alla differenza di payoff (⇒ ai guadagni relativi), sia in senso favorevole sia in senso sfavorevole.
Il valore di k aumenta se:
− l’altro è un nemico a lungo termine, piuttosto che un alleato di lungo periodo;
− si tratta di questioni di sicurezza, piuttosto che di benessere economico;
− se il potere relativo dello Stato è in declino, piuttosto che in ascesa;
− se i payoff in una particolare area sono più facilmente convertibili in capacità in quella stessa area;
− se tali capacità sono più facilmente trasferibili in altre aree.
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Data l’incertezza della politica internazionale, il livello di k per uno Stato sarà > 0 , anche in caso di cooperazione con un alleato, quando la differenza di payoff sarà a favore dell’altro (W > V).
Mettendo a confronto questa formulazione con quella dei neoliberali, U = V, vediamo che, in entrambi i casi, l’utilità dello Stato aumenta proporzionalmente al guadagno assoluto, V.
TUTTAVIA, mentre per i neoliberali le funzioni di utilità degli Stati sono tra loro indipendenti, per i realisti esse sono tra loro interdipendenti ⇒ possono influenzarsi a vicenda.
Un modo per concettualizzare il valore di k potrebbe essere di ricondurlo alle relationships di G. Snyder, affermando quindi che k varia in base agli interessi in comune o in conflitto, agli allineamenti, ai rapporti di dipendenza e di potere e di capacità, alle aspettative.
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