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Il dilemma delle avversioni comuni di Arthur Stein

Il dilemma delle avversioni comuni di Arthur Stein 
A differenza di Krasner, i regimi sorgono nelle situazioni che Arthur Stein ha definito: 
− dilemma delle avversioni comuni: si riferisce a situazioni in cui gli attori devono coordinare le loro politiche, concordando un insieme di regole e convenzioni, per evitare un esito mutuamente indesiderato. 
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Se non c’è disaccordo, l’esito sarà un equilibrio di Nash Pareto-ottimale = nessun attore ha incentivi a defezionare né opportunità di aumentare la propria utilità senza danneggiare quella di un altro attore ⇒ il cheating problem non si crea. 
Una simile configurazione degli interessi può essere così rappresentata: 

Con un livello minimo di coordinazione, tutti i giocatori raggiungeranno uno dei 2 equilibri di Nash Pareto-ottimali. 
Il dilemma delle avversioni comuni, però, potrebbe comprendere questioni di distribuzione, oltre a quelle di coordinamento: sebbene tutti i giocatori riconoscano che certi esiti siano da evitare, essi però potrebbero non concordare su quale esito preciso si debba giungere. 
Concettualmente, una simile situazione è paragonabile al gioco del fifone (chicken), così rappresentabile: 

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Entrambi i giocatori vogliono evitare l’esito peggiore, (DD). 
Esistono però 2 equilibri di Nash e non si sa quale dei 2 verrà scelto. 

Una situazione simile può essere anche la seguente: 

Questa situazione è comunemente nota come la battaglia dei sessi: entrambi i membri della coppia preferiscono fare qualcosa insieme (sono dunque avversi al non raggiungimento della cooperazione), ma non concordano su quale sia l’esito preferito da raggiungere. I payoff in matrice non danno alcuna informazione su quale sarà l’esito finale ⇒ il problema non è come raggiungere la frontiera paretiana, ma quale punto lungo la frontiera verrà scelto. 
Secondo Krasner, un simile conflitto distributivo può essere risolto grazie all’esercizio del potere, essenzialmente in 3 modi: 
1. il potere può essere usato per determinare chi può giocare. Ad esempio, nelle relazioni internazionali, gli attori meno potenti spesso non sono convocati ai tavoli dei negoziati); 
2. il potere può essere usato per dettare le regole del gioco, per esempio, chi muove per primo; 
3. il potere può essere usato per modificare la matrice dei payoff. Ad esempio, la matrice precedente può essere modificata dall’attore più potente (ad esempio, il Giocatore 1) come segue: 


Ora, uno dei 2 equilibri (3; 2) è decisamente il preferito per entrambi i giocatori, sebbene ci siano ancora 2 equilibri di Nash. Con un minimo livello di coordinazione, l’esito (3; 2), l’esito Pareto-ottimale, può essere raggiunto e gli attori non avranno alcun incentivo a cambiarlo. 
− dilemma degli interessi comuni: si riferisce a situazioni in cui si verificano problemi di collaborazione, caratterizzate da esiti Pareto-sub-ottimali, in cui almeno un attore può guadagnare senza compromettere l’utilità degli altri. La classica configurazione di questa situazione è il dilemma del prigioniero: 

La questione principale è: come possono i giocatori raggiungere l’esito Pareto-ottimale della mutua cooperazione (CC)? 
Molte sono le risposte avanzate: 
- la cooperazione è più probabile quando c’è un’iterazione infinita del gioco e quando la differenza dei payoff tra COOPERARE e DEFEZIONARE è moderata; 
- la cooperazione può essere facilitata dalle istituzioni, che riducono le tentazioni di mentire, imbrogliare, dissimulare, aumentando la simmetria e la quantità delle informazioni, aumentando i costi dei comportamenti illegittimi. 

TUTTAVIA, secondo Krasner, è un errore non prestare attenzione al potere, come fanno le teorie sul fallimento del mercato. 
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Questi 2 casi rappresentano situazioni in cui le distribuzioni di preferenze creano incentivi favorevoli alla costituzione e al mantenimento di regimi internazionali. 
In generale, Krasner mostra nella sua analisi delle comunicazioni globali quanto sia importante il potere. 
Nei 4 casi analizzati, 
− radio e television broadcasting = il diritto di trasmettere segnali attraverso i confini statuali senza il precedente consenso dello Stato in questione. 
− remote sensing = le informazioni elettroniche ricavate dai satelliti. 
− allocazione dello spettro elettromagnetico, risolta attraverso la creazione dell’ITU (International Telecommunications Union). 
− telecomunicazioni = telegrafo, telefono, flussi di dati transborder; nel caso delle comunicazione satellitari è stato creato INTELSAT, 

non esiste alcun caso di armonia di interessi. 
Nei primi 2 casi non esiste alcun regime internazionale: non c’è stato infatti alcun accordo sui principi e sulle norme da delineare perché gli Stati più potenti sono riusciti ad assicurarsi il loro miglior esito agendo unilateralmente. 
Negli altri 2 casi, sono stati creati dei regimi internazionali. In essi, il potere ha giocato un ruolo determinante in 3 modi: 
− la tecnologia e la grandezza del mercato, che hanno influenzato i costi opportunità relativi e dunque la capacità di fare minacce credibili; 
− l’appartenenza ad organizzazioni internazionali generali; 
− il controllo sugli accessi territoriali. 

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Il motivo principale che ha portato all’istituzione di regimi internazionali nel campo delle telecomunicazioni è rappresentato dal tentativo di risolvere problemi di coordinazione con conseguenze distributive. 
In questi casi, un approccio power-oriented sembra essere più completo e adeguato delle teorie sul fallimento dei mercati, per 3 motivi: 
1. nella politica internazionale, si presentano spesso situazioni a somma zero, in cui è proprio il potere ad essere in gioco; 
2. nelle relazioni internazionali, è possibile eliminare alcuni giocatori attraverso l’uso della forza, così come costringere un attore ad accettare un esito che altrimenti non avrebbe mai volontariamente accettato; 
3. anche se assumiamo che gli Stati siano interessati ai guadagni assoluti, non a quelli relativi, l’allocazione iniziale ha comunque conseguenze distributive, che possono privilegiare alcuni attori piuttosto che altri ⇒ la questione riguarda un movimento lungo la frontiera paretiana, non come raggiungerla: il potere e gli interessi sono gli elementi che, in definitiva, determinano l’esito finale. 

Questa questione può essere così riassunta: 

Tratto da TEORIA DELLE RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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