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Requisiti della società politica secondo Rosmini


Sulla modalità si fonda la costituzione dello stato nel senso che il legislativo non può disporre dei diritti degli individui ma deve disciplinare la tutela, la garanzia per consentire il miglior uso degli stessi.
I due requisiti essenziali della società politica, l’universalità e la supremazia, debbono essere ristretti entro l’ambito della modalità dei diritti. Se lo stato interviene sui diritti il suo potere diventa assoluto e la sua universalità e supremazia finiscono per legittimare il dispotismo della società, la più spietata tirannide. Il diritto è il principio costitutivo dell’organizzazione politica dello stato onde garantire la libera espressione della persona contro ogni forma di dispotismo.
Lo stato costituzionale rappresentativo fondato sulla divisione dei poteri deve fondarsi sui diritti della persona.
A garanzia delle norme costituzionali Rosmini prevede sul modello della costituzione americana una suprema corte di giustizia, il tribunale politico, con il compito di vegliare sull’esecuzione della costituzione, garantire i diritti sociali e difendere i poteri costituiti.
L’attività legislativa e di governo si basa sulle risorse economiche della società che vengono destinate alle se necessarie per l’organizzazione politico-amministrativa.
Una corretta amministrazione della cosa pubblica è garantita quando le imposte sono votate da coloro che debbono pagarle. Perciò la rappresentanza politica si articola nelle due camere dei maggiori e dei minori proprietari, distinte con riferimento ai redditi. L’elettorato attivo è limitato ai cittadini che hanno un reddito soggetto a imposta.
Il carico fiscale deve essere prelevato sulla base delle imposte dirette con esclusione dei redditi più bassi di sussistenza, riducendo al minimo le imposte indirette che gravando sui consumi colpiscono i redditi delle classi lavoratrici.
Il suffragio universale favorisce la formazione e la lotta delle fazioni e la corruzione elettorale; deresponsabilizza gli elettori il cui voto perde di valore, non avendo più un peso politico e un rapporto diretto con gli eletti di fatto sconosciuti alla massa degli elettori; non garantisce la tutela degli interessi delle classi lavoratrici; esprime una rappresentanza che cerca di realizzare una politica economica e fiscale finalizzata ad una redistribuzione della ricchezza mediante un socialismo di stato che finisce per accrescere la spesa pubblica e conseguentemente, per deprimere la produzione economica con danno delle categorie sociali meno protette. Il risultato è un dispotismo della maggioranza sulla minoranza e nel peggiore dei casi il contrario.

La soluzione della questione sociale cioè il progresso civile e politico delle classi lavoratrici deve essere promossa dal governo nel senso che deve operare in modo che l’intera società realizzi le premesse di quel progresso. Compito del governo è eliminare gli impedimenti e le preclusioni alla promozione sociale delle classi meno abbienti.
Lo stato deve fondare la sua attività di governo sull’opinione pubblica prevalente. L’opinione pubblica si deve formare mediante il dibattito e il confronto delle singole opinioni quale si rende possibile tramite la libertà di parola, di stampa, di associazione, di riunione.

Tratto da STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE di Filippo Amelotti
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